mercoledì 9 novembre 2011

L'iniziazione

Seduto comodamente in poltrona sorseggio un bicchiere di brandy stravecchio in attesa della tua venuta.
Metto su della musica e mi rimetto comodo, la stanza è silenziosa, solo il piano di Bill Evans a riempire l'aria di note.
Sento una chiave entrare nella toppa, alcuni giri di essa e la porta si apre.
Sei arrivata puntuale, sai che non amo aspettare. Il ticchettio dei tuoi tacchi si avvicina lungo il corridoio, la porta si apre, sento la
tua voce tremante, "Signore, ci siete? Posso entrare?".
"Vieni pure puttanella". Entri nella stanza a testa bassa, non hai il coraggio di guardarmi, "Spogliati".
Ubbidisci senza fiatare, sbottoni la tua camicetta e la sfili lasciandola cadere a terra.
Le mani che si accingono a sbottonare la gonna, la zip che va giù ed anche la gonna cade ai tuoi piedi.
Rimani con le calze ed il perizoma in pizzo, "Raccogli e metti le tue cose a posto, non mi piace il disordine, puttanella".
"Abbiamo un ospite particolare oggi", "ospite? ...come ospite?" dici esterrefatta.
"Si abbiamo un ospite particolare, adesso togli il reggiseno e lo slip e riponi tutto in ordine. Poi stenditi sul letto"
Ubbidisci senza discutere, slacci il reggiseno e, all'atto di togliere gli slip ti giri per non farmi vedere il tuo sesso.
"La vergogna di mostrarti nuda a me non ti è mai passata" dico ridacchiando, "si..." dici sottomessa abbassando il capo e sentendo il mio sguardo su di te.
"Vieni qui" ti ordino secco. Al sentire la mia voce sussulti, ti giri e, coprendoti il sesso con una mano ti avvicini.
"Sempre così, vero? Hai sempre vergogna di mostrarti al tuo signore" dico guardandoti dalla mia posizione, comodamente seduto in poltrona.
Chini ancor di più il capo, "si, Signore", "girati e chinati in avanti" dico con tutta calma.
Rimani per un istante i silenzio poi... "devo?".
Stizzito rispondo con rabbia alla tua stupida domanda, "che cosa lo dico a fare allora, puttanella, certo che devi".
Immediatamente esegui il mio ordine e ti abbassi in avanti portando le mani alle ginocchia.
Ti guardo mentre rimani in quella umiliante posizione, mi alzo dallo schienale della poltrona e con entrambe le mani ti allargo il culo.
Allargo completamente le tue chiappe, senti il buchetto tirare.
Un lieve suono, segno del digsagio che provi esce dalle tue labbra, "ah".
Vedo aprirsi davanti a me anche le labbra della tua figa carnosa, un suono piacevole e le labbra si schiudono mostrandomi il rosso vivo del tuo sesso.
Sei già baganta, il luccichio dei tuoi umori è già evidente. "Sei sempre in calore, puttanella eh!"
Le parole che quasi ti muoiono in gola, la voce tremante "si, signore".
Senti due delle mie dita affondare nel tuo corpo, "ah!", mugoli mentre esse penetrano il tuo corpo.
Sei calda,gli umori subito ricoprono le mie dita, completamente, facilitandomi nel compito.
Le tiro fuori e ne assaporo il profumo, "profumo di femmina", nella mia mente risuonano queste parole, "profumo di femmina".
Quando hai sentito le mie dita ti sei irrigidita, e solo adesso che le ho tirate fuori per un istante ti rilassi.
Non fai a tempo a tranquillizzarti. Hai il cuore che pulsa a mille, senti la mia mano che riafferra il tuo culo e subito dopo, le mie dita che di nuovo lo violano.
"AH!!", questa volta l'urlo prorompe dalla tua bocca deciso, senti le dita che allargano lo sfintere penetrandolo, poi, quelle due dita si spostano all'esterno dilatandoti il culo.
Lo apro, dilatandolo per un paio di centimetri, "AHIA", ancor più forte è l'urlo che emetti.
Ti irrigidisci sentendo così ancor più dolore, "rilassati, cagna, tra poco dovrai usarlo. Ma non ti preoccupare, non sentirai tanto dolore".
Sfilo le dita dal tuo culo e lo vedo lentamente richiudersi. Giri il capo verso di me e con aria di domanda mi dici "No, signore...non vorrai usarlo...".
"Troia, non te lo faccio rovinare, non sono stupido, vai sul letto muoviti". "S-si Signore" e rapida ti avvii verso il talamo.
Ti accomodi sul letto e ti stendi, rimani immobile, le gambe chiuse, le mani sul ventre. Fissi il soffitto in attesa.
"Pancia sotto", ti ordino dalla mia comoda poltrona. "Subito" rispondi svelta. Ti batte forte il cuore, ti giri lentamente e rimani immobile,
le mani lungo i fianchi.
"Allarga le cosce", un nuovo ordine secco ti fa trasalire. Ubbidisci immediatamente, "s...si..".
Addosso ti sono rimaste solo le calze autoreggenti, mi avvicino a te, mi metto al tuo fianco e con una mascherina copro i tuoi occhi.
Carezzando il tuo dolce viso, mi chino e ti bacio sul collo, vicino all'orecchio.
Sei intimorita, senti un rumore metallico, non vedi quello che succede. Trattieni il fiato per sentire meglio e capire di più.
Ti prendo per i polsi e li porto sulla tua testa, ti lego al letto con delle manette.
"..no Signore, per favore" inizi a piagnucolare, "zitta o il tuo culetto se la vedrà con mio cazzo".
"Sto zitta, meglio di no, sarebbe troppo doloroso", i tuoi pensieri ti portano a più miti consigli e silenziosa ti lasci legare.
Due cavigliere in cuoio si stringono intorno alle tue esili caviglie, la sensazione che provi e di impossibilità a reagire a qualsiasi cosa.
Ti si blocca quasi il respiro in gola, adesso sei completamente immobilizzata, con le cosce aperte.
Hai il presagio di qualcosa di importante, il sesso esposto alla vista
altrui e tu, tu non puoi far nulla per coprirlo.
"Vieni, adesso puoi entrare", la mia voce rompe il silenzio degli ultimi minuti.
La porta si apre cigolando con un rumore sinistro, lentamente, un suono che sembra durare una eternità.
Inizi ad agitarti, provi a liberarti senza riuscirci. "No signore, chi c'è, no per favore", sai di essere in mostra.
E sai di non poterci far niente. Il sangue pulsa nelle tempie, gocce di sudore imperlano la tua fronte, passi si avvicinano a te.
"Puoi carezzarla, non aver timore" dico al mio interlocutore con calma, "è tua adesso".
"NO, chi c'è?", nella tua voce il terrore, la paura. Ti agito, tiri forte con le braccia.
Una mano delicatamente ti tocca i capelli, ti carezza la testa.
"Sei tu Signore?", parole che implorano, "NO", rispondo secco.
La mano timorosa per un attimo si ritrae, "è tua" dico all'indirizzo di chi ti carezza. Senti la mia voce arrivare da un'altra parte della stanza.
"Chi è Signore, chi è?", non ti rispondo, un cenno di assenso con la testa mi fa capire che adesso è convinto.
Senti solo silenzio, un silenzio assordante. La mano che si posa sulla tua schiena, è calda e tremolante, inizia delicatamente a carezzare la tua pelle.
I muscoli del tuo corpo si irrigidiscono a quel contatto, contrai la schiena, la mano inizia a scendere sempre di più.
"No Signore, chi è, chi c'è qui con noi?", ancora la tua voce rotta dalla paura. Le dita si fermano per un attimo proprio prima di arrivare sul tuo culo.
Quelle tue parole per un attimo lo hanno bloccato, si gira verso di me, mi guarda in silenzio in cerca di una mia risposta.
"Guai a te se parli di nuovo puttanella!", gli faccio un cenno di proseguire.
Rimani zitta, non rispondi, le esili dita iniziano a toccare il tuo culo. Mani inesperte carezzano le tue natiche.
Muovi il bacino a destra e a sinistra, non vuoi quelle carezze.
Vorresti sapere chi è, com'è fatto. Se uomo o donna.
Se è nero o bianco. Vorresti sapere cosa vuole da te.
Le dita iniziano a indagare scorrendo nel solco del tuo culo, senti che mi alzo.
Passi si avvicinano, mi siedo sul letto accanto a te. Ti afferro per i capelli "Fai la brava Paola".
Vorresti parlare, chiedere, ma hai paura. "AHI,....s...si. Signore". Ti calmi e mentre io accarezzo la tua testa.
Ti rilassi, senti quelle esili dita che indagano sul tuo corpo. I polpastrelli carezzano il tuo culo.
"Perché si sofferma così sul mio culo, chi è, cosa vuole", pensi mentre senti quel contatto.
Le dita scendono sempre più giù, le senti mentre solcano le labbra della tua figa.
Ti scappa un "AH!" dalla bocca...., per tutta risposta ti bacio, riempiendo la tua bocca con la mia lingua.
Quelle dita hanno preso coraggio, si insinuano nel tuo corpo sondando quel morbido anfratto.
I tuoi umori colano abbondanti, per un attimo quelle dita si allontanano dal tuo corpo.
Quelle dita vengono portate alla bocca.
Qualcuno si sta spogliando, non sono io, io che continuo a carezzare la tua testa rimanendo a fianco a te.
Vestiti volano via, in testa a te preghi affinché tutto finito.
Qualcuno sale sul letto Preghi che non sia vero.
"Allargale bene il culo", consiglio a colui che è insieme a noi.
Senti di nuovo quelle mani, piagnucoli un "no...Signore..".
Un viso imberbe si infila tra le chiappe e senti una lingua penetrarti il culo, lecca con avidità.
Sento tutto il tuo culo bagnato.
"No, lì non voglio" pensi, ma non puoi dirlo, ti irrigidisci tutta.
Quella sensazione, quel viso imberbe ti ha fatto pensare ad una donna, "no, che schifo, una lesbica" altri pensieri prendono vita nella tua testa.
Anche quelle dita esili ti hanno fatto pensare che chi sia nella stanza sia una donna.
"una donna no, mi umilia troppo essere giocata da una donna", non vuoi essere presa da una donna.
Ti sentiresti troppo usata, troppo un oggetto, ma qualcosa di duro urta vicino alla tua cosce bagnandola leggermente.
Ancora pensieri che non riescono ad uscire dalla tua bocca, "no, forse è un uomo, speriamo non sia una donna con uno strapon".
"E' tuo, ti ho detto che è tuo, la puoi inculare senza problemi".
Miagoli ancora un "...no...signore...lì no", pian piano, quasi per non farmi sentire.
Qualcuno monta si di te, non è molto pesante. Hai il culo tutto insalivato, senti qualcosa che preme al suo ingresso.
Stringi i pugni e gridi, forte, "NOOOO!"
Una sberla ti centra in pieno viso, scompigliando tutti i tuoi capelli.
"Che cazzo strilli, cagna", urlo nei tuoi confronti.
"Ahiaa", lo schiaffo ti ha preso alla sprovvista, ti metti a piangere ma non fai in tempo a riprenderti, a capire cosa stia succedendo che quel cazzettino, sembra un grosso dito, ti entra nel culo ed inizia a scoparti freneticamente.
"Una vacca come te è avvezza a ben altre misure, vero cagna?" sussurro nel tuo orecchio.
Dalla bocca ti esce un "ah ah ah ah" ritmico con i colpi che subisci e rispondi alla mia domanda.
"Si signore, è piccolo. Senti che mi sto muovendo al tuo fianco, non puoi vedere cosa succede.
Il cazzettino continua a scoparti nel culo, scopa freneticamente, come fanno i giovani alle prime armi.
Ora affonda di più ma non fa male, quel piccolo cazzo ti penetra completamente senza difficoltà.
Per te è solo più imbarazzante. Entra nel tuo culo riempiendolo fino alle palle, chi ti sta scopando lo infila a fondo. Lo senti ansimare sopra di te.
Senti il profumo del mio cazzo vicino alla tua faccia, "apri bene la bocca" ti ordino.
Ti giri verso la mia voce e allarghi le labbra più che puoi. Senti il mio cazzo che, a fatica entra nella bocca spalancata.
Ti afferro per la testa ed inizio a scoparti lentamente in bocca, ti senti un oggetto, una schiava da sesso.
"Ecco come devi scopare, tu vai troppo in fretta", ti senti come una vera troia, molto porca.
Per un attimo quel cazzetto si ferma nel tuo culo, senti che pulsa, e la cosa ti eccita molto. Io intanto ti inizio a a scoparti in bocca lentamente, la cappella che scompare nelle tue labbra, usi la lingua per darmi più piacere, mentre col bacino dai il ritmo al cazzetto, andandotelo a prendere, su e giù, su e giù.
Le mie mani che ti tengono la testa e di tanto in tanto affondo il mio cazzo completamente nella tua bocca, quasi soffocandoti.
Ricambi succhiando forte. Bave di saliva ricoprono completamente il mio membro.
Oramai sei andata, non riesci più a trattenere il tuo piacere "voglio dare piacere a tutti e due", "voglio farvi sapere quanto sono porca", ma le parole si strozzano in gola, solo gemiti, gemiti di piacere. Sei eccitatissima, vuoi godere anche tu vorresti essere libera ma non puoi e la cosa ti arrapa ancora di più.
Il cazzetto di inizia a scopare con maggiore vigore, segno che non resisterà ancora per molto, intanto tu inizia a mugolare, usi la lingua bene per farmi venire assieme a lui.
L'impeto con cui ti riempie il culo aumenta ancor di più alla vista del mio cazzo che scompare nella tua bocca.
Oramai non resisterà ancora per molto, sfilo il cazzo dalla tua bocca, uno schiocco mentre tu cerchi di succiare ancora con forza e la cappella che si poggi sulle tue labbra.
La tua lingua inizia a saettare, so che questo ti piace, sei bravissima con la lingua.
Lavori di lingua e aspetti.., a quella vista quel cazzettino si irrigidisce e... "AHHHHHHHHHHRRRGGGGGG!!!!!!"
Senti un fiotto caldo riempirti il culo, senti che vibra mentre ti riempie.
Un corpo si accascia su di te con tutto il suo peso, sei immobilizzata completamente. Quel corpo continua a vibrare mentre svuota le sue palle nel tuo culo rimanendo ancora duro dentro di te. Gli ultimi colpi più forti per svuotarsi tutto.
Lo senti ansimare accanto al tuo viso mentre la mia cappella rientra di nuovo nella tua bocca, apri la bocca vogliosa, mugoli.
Vuoi sentirmi godere, succhi, la lingua che schiocca, baci la cappella cercando di succhiare quel cazzo che è alle porte della tua bocca.
Lavori delicatamente con lingua e succhi con forza. La lingua che, da sola, cerca il punto giusto per darmi piacere.
Ti afferro per i capelli, "cagna vuoi che ti venga in bocca, vero?", alzi lo sguardo a cercare il mio e fai cenno di si con la testa.
"Voglio sentire la tua voce", dico con calma, "si signore, voglio che tu mi venga in bocca".
"Gridalo, gridalo" ti urlo, "fai sentire a tutti che vuoi che ti venga in bocca, urla che sei una troia".
"SBORRAMI IN BOCCA SIGNORE"
"SONO UNA TROIA, GODIMI IN BOCCA"
"Allora tira fuori la lingua, puttanella" ti ordino, "muoviti".
Spalanchi la bocca, tiri fuori la lingua. Intanto sento lo sperma che ti cola fuori dal culo.
Poggio la cappella sulla tua lingua mentre inizio a segarmi, rimani ferma, immobile, in attesa dello schizzo caldo.
La lingua che morbida carezza sotto la cappella facendomi arrivare con maggiore velocità.
Senti il cazzo che pulsa, senti che sto per venire e rimani ferma. A bocca aperta, con la lingua fuori.
Stringo con forza il mio cazzo per non schizzarti il mio seme fino in gola e lentamente faccio colare fuori le gocce del mio piacere sulla tua lingua.
Prima una goccia, puoi uno, e poi due - tre getti, densi e rapidi.
La tua lingua che inizia a riempirsi del mio seme, adesso hai la lingua completamente piena.
La ritiri per bere tutto il mio sapore, per goderti tutto il mio amore.
Chiudi la bocca, deglutisci. La riapri per pulirmi bene il membro.
Lentamente chi è addosso a te si sta riprendendo mentre il cazzetto oramai moscio ti esce dal culo.
Si alza e si toglie dal tuo copro sudato, le cosce aperte ed immobilizzate. Lo sperma che ti esce dal culo e cola nella tua figa aperta.
E' freddo, fastidioso, è imbarazzante per te quella situazione adesso.
Mi stacco da te e senti le mie dita che si insinuano nel tuo culo, per poi scendere nella tua figa.
Non riesci a capire cosa io stia facendo ma hai ancora tanta voglia.
Con le dita raccolgo lo sperma che ti ha riempito il culo, ne ho le dita completamente coperte.
Un attimo, le dita che sia allontanano e fanno la loro comparsa nella tua bocca.
"Finisci di pulire tutto, puttanella", lecchi le dita, senti sapore di sperma, le succhi come se facessi un pompino.
Senti sapore di sperma misto ai tuoi umori, le mie dita affondano fino in gola spingendo quasi con violenza.
Per la prima volta senti una voce che non è la mia, "Posso andare adesso?", una voce quasi infantile, di un ragazzo.
Te ne eri quasi dimenticata, "vai" gli dico, ancora rumore di passi e senti la porta che si richiude.
"Padrone, per favore, posso vedere chi è stato?", mi dici implorante.
"NO!" è la mia risposta.
Solo in quel momento ti libero dalle manette e dalle cavigliere, "ahhh, libera...", adesso ti senti rassicurata. Tutto è finito oramai.
Ti giri sulla schiena, "che male stare nella posizione" dici sottovoce, quasi timorosa che io possa sentirti.
"Signore....avete pensato a voi due....ma mi avete fatto venire una voglia.....", dici con aria sorniona e lasciva mentre allarghi le gambe toccandoti la fica e il seno.
"Vuoi venire? fallo allora", da un cassetto tiro fuori un grosso fallo di gomma, "scopati da sola" aggiungo mentre ti passo quell'oggetto.
"Perché non richiama l'altro uomo....così in due...sarebbe più bello" aggiungi mentre prendi il grosso dildo.
"Sono io che decido come tu devi venire, puttanella", sei troppo calda per aspettare, ed inizia a scoparti con quell'oggetto senza sentire più quella vergogna che ti attanagliava.
Mi alzo dal letto e mi siedo sulla poltrona davanti al letto.
"Fammi godere lo spettacolo"

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