martedì 6 marzo 2018

Passione

Lenta la passione arde come brace,
il calore dell'anima che scalda l'aria.

I tuoi occhi la mia luce,
le tue mani il mio sentire.

Intorno a noi il frastuono del silenzio.

noi due,
unica anima che sale al cielo in volute di fumo.

Non resterà che cenere delle nostre parole,
non resterà che calore del nostro desiderio.

SignorE.

venerdì 16 febbraio 2018

BUONGIORNO

Come scultore 
lo scalpello, le mie parole.
Lentamente ti vedo liberata 
dai dubbi che ti incorporano.
Scheggè impazzite di dolore volano via 
dando forma a ciò che hai sempre cercato.
La sottile polvere di paure ed iuncertezze 
cade inesorabile, preda della gravità del momento.
Ti lascia  nuda, ma ancora grezza, 
ai miei occhi critici.
Il sudore della mia passione
lava via le imperfezioni che non so correggere.
Raggi di luce creano la tua anima 
ed ecco,
Tu, la mia opera d'arte!

La tela

Inesorabile, il tempo, porta lento il suo ritmo, 
mentre i miei pensieri 
scivolano via come sabbia tra le dita.

Tu, la mia tela, il mio quaderno.
Lentamente il freddo pennello lascia tratti indelebili sulla tua anima.
Il tuo corpo si riempie delle mia parole.
Sei mia. 
Sei la mia tela, quadro della mia anima.
Sei mio diario, ricordo dei miei desideri.

martedì 13 febbraio 2018

BUONGIORNO

Rimani ferma, così!
Non distogliere lo sguardo. 
Rimani ferma ed aspetta.
Senti calde le mie mani sul tuo corpo.
Lascia affiorare alla tua mente i pensieri e godi di questo momento.
Sotto le mie dita il tuo corpo è velluto.
Silenzio, quiete, calma.
In attesa della tempesta che sconvolgerà la tua mente, 
in attesa del calore che pervaderà il tuo corpo.
Rimani ferma, così!
Non distogliere lo sguardo.
Mo girare il tuo sgaurdo verso di me.
Io ci sono,
e tra poco te ne accorgerai.

SignorE.

lunedì 29 gennaio 2018

BUONGIORNO

Guardi il padrone con devozione mentre lui nemmeno si cura di te.
Di colpo ti afferra per i capelli, 
fa male vero? 
I suoi occhi ti fissano duri, 
Una vena di sadismo nel sauo sguardo.
Lecca cagna, lecca.
La bava corre lungo gli angoli della tua bocca
lo guardi estasiata e resti in attesa.
Una stretta ancora più violenta ai capelli
ti fa aprire la bocca
Ti garda, il tuo padrone, si avvicina lentamente a te e,
lentamente
fa scorrere la sua saliva nella tua bocca,
Lecca cagna.
LECCA!

venerdì 26 gennaio 2018

BUONGIORNO

La mattina ha l'oro in bocca e lo sai, 
hai bussato alla mia porta e, appena entrata 
ti sei sfilata il pantajazz che hai indossato stamattina,
sono rimasto fermo, in silenzio,
a gardare il tuo morbido corpo mentre si libera dal nero indumento.
Capo chino,
attimi di silenzio e poi,
lentamente hai avanzato verso di me.
Le tue braccia alla ricerca del mio collo.
Ti blocco e rispondo al tuo gesto,
ti bacio,
è questo quello che vuoi.
Io cerco pure altro...
Buongiorno a te
splendida troia.




martedì 7 giugno 2016

Il Divano

La colazione è già pronta sul tavolo, latte, caffè, biscotti, pane imburrato con marmellata. 
Tu sei in bagno, indossi ancora la camicia da notte e la vestaglia. Un trillo dal corridoio, "chi sarà a quest'ora" pensa Oliver mentre si avvia a rispondere, tu manco te ne sei accorta, immersa nei tuoi pensieri, "quanto vegno farai i conti con me stronza!", quelle parole continuano a restare nella tua mente. 
"Chi é?", Oliver risponde mentre si finisce di preparare, tra pochi minuti deve scedere, il bambino va accompagnato a sucola.
"Buongiorno, sono io Oliver, sono arrivato da poco ed ho portato qualcosa di dolce per la tua signora. So che è golosa di dolci". Tlac, la serratura del portoncino, "Sali, ho da poco fatto il caffè, non sarà come quello che prendi tu ma credo ti faccia comunque piacere". "Salgo" dico mentre spingo il cancelletto.
Nel palazzo c'è calma ma dientro le porte si sentono suoni di vite che riprendono la loro quotidianità, lungo le scale solo l'eco dei miei passi. 
Terzo piano, interno 11, busso, suono di passi che si avvicinano, lui apre la porta, uno sguardo, una stretta di mano ed entro, "Laura si sta preparando, vieni, accomodati in cucina c'è ancora caffè", dal bagno il rumore di un asciugacapelli. Da un'altra stanza musichette di un videogioco, nell'aria profumo di caffè appena fatto. 
"Sfogliate ricotta e pere, per la golosa" dico passando i dolci ad Oliver con un sorriso.
Mi fa strada in cucina, "non fare caso al disordine che regna, sai, la mattina si fa tutto di fretta". Mi siedo mentre mi riempie la tazzina di caffè, "a momenti dovrebbe uscire dal bagno, io tra poco debbo scendere, prima di andare in ufficio debbo passare per la scuola, oggi tocca a me accompagnarlo", mentre parla io apro il pacchetto di dolci che immediatamente spandono per la stanza la loro fragranza. 
La porta del bagno si apre, i tuoi passi lungo il corridoio, entri trafelata in cucina, indosso l'accappatoio leggermente aperto lasci per un attimo intravedere le tue forme, sotto solo l'intimo. "Buongiorno Laura, tutto bene?", ti blocchi di colpo, le mani che stringono l'accappatoio, quasi a nasconderti, "b-buongiorno..." non riesci a dire altro, guardi me e poi subito dopo Oliver che intanto ha posato la tazzina di fumance caffè davanti a me. "Laura... ma sei ancora in accappatoio?", ti rimporvera, e senza far caso che sei mezza nuda si gira verso di me, "pure tu la conosci molto bene", accenna ad un occhiolino e, "Scappo altrimenti il piccolo farà tardi a scuola", esce dalla stanza passando accanto a te che continui a rimanere immobile, lo sguardo fisso nei miei occhi che non ti lasciano. ti bacia sulla guancia e girandosi verso di me dice: "trattamela bene" dandoti una pacca sul culo che ti fa fare un passo in avanti. Non ti aspettavi quel suo gesto, rido, rido mentre lui chiama il bambino ed esce mentre tu resti ancora imbambolata, lì in piendi di fronte a me stretta nel tuo accappatoio. 
Oramai son qui e tu non puoi che accettare questa situazione, abbassi il capo e ti avvicni al tavolo, "stronzo", sibili con voce sottile e cattiva prendendo anche tu il tuo caffè.
"Adesso lo stronzo sarei io", dico posando la tazza sul tavolo, "ma brava, tu fai la puttanella in giro cercando quello che non riesci a trovare e lo stronzo sarei io".
"Sentiamo, sei riuscita a farti sbattere come volevi? Chi hai detto che era il capo di tuo marito? Ah si ora ricordo, 
in vacanza con tuo marito, il suo capo e sua moglie , una villetta vicino al mare.
Hai dovuto sottostare alle sue voglie altrimenti l'avrebbe licenziato.
Ti voleva, si eccitava sempre più ma tu prendevi tempo, lui però, appena trovava due minuti, partiva all'attacco. 
Hai resistito fin quasi alla fine ma poi, come dicevi, poi l'ultimo giorno, prima di partire, mentre la moglie e tuo marito erano fuori per commissioni ci è riuscito e ti ha preso. Con violenza. Ti ha afferrato per i capelli e fatta inginocchiare e mentre ti teneva ferma tirando i capelli te lo ha messo in bocca, tutto , hai detto. 
Ti teneva ferma e andava avanti ed indietro, poi, non contento ti ha portato sul divano, sempre tenendoti per i capelli e ti ha fatto inginocchiare.
Ha tirato su il corto gonnellino e abbassato il tuo costume e ti ha presa dappertutto fino a che è arrivato venendoti sulla schiena. Giusto in tempo perchè avete sentito l'auto che si rifermava nel viale della villetta.
E' così che mi hai raccontato al telefono". 
Ti alzi di scatto e, in un gesto d'ira mi rovesci il resto del caffè addosso, "sei proprio un bastardo", mi alzo anche io, non mi frega che mi hai imbrattato la camicia, mi passi davanti ma non fai a tempo a sfuggirmi. Ti afferro per un polso e ti blocco. "Adesso io e te facciamo i conti, una volta per tutte". cerchi di divincolarti, ma è una reazioane vana, sfilo la cintura del tuo accappatoio e lo passo intorno al tuo polso. la tua resistenza è alquanto blanda, anzi mi offi quasi immediatamente l'altro polso, guardo la tua mano e lentamente incrocio quella corda improvvisata, il mio viso accenna ad un lieve sorriso, "sei sempre più stronza" penso tra me e me. Stringo quel tanto che basta anche l'altro polso e faccio girare la cintura su se stessa.

Sei di fronte a me, l'accappatoio aperto mi mostra il tuo corpo tornito, un nero ciuffo di peli adorna il tuo sesso, alzo lo suguardo ad incorciare i tuoi occhi, sono luccicanti, sul tuo viso un sorriso, "che magnifica stronza, sei proprio una cagna in calore", la mia mano affonda nel morbido del tuo sesso. Instintivamente stringhi le cosce a quel profondo contatto e ti chini in avanti, "ahhhhhhh", gemi a quella carezza. I tuoi occhi fissi nei miei e quel sorriso che non abbandona il tuo viso, "Troia", ti tiro per la cintola che ti lega le mani e ti trascino davanti al divano del salone. Ti giro intorno e con una mano scosto i tuoi capelli, mentre ancora ti tengo ferma, cali la testa su un lato, ma al mio accenno di un bacio sul collo ti scosti nervosa, "sei un bastard..", non riesci a finire la parola che un mio colpo dietro le tue ginocchie ti fa cadere in ginocchio davanti al divano, fai appena in tempo a poggiare le mani sulla seduta che senti l'accappatoio alzarsi ed un promo colpo centra il tuo culo, forse, secco preciso. Un senso di immediato bruciore pervade il tuo culo, la mia mano che ti tiene ferna nella posizione voluta.

"Mmmmmmmmmmhhhh", stringi i dendi per non gemere, la mia mano ti tiene fema sulla spalla, - sciafff, un nuovo colpo centra il tuo culo, "mmmmmmmmmmhhhh", ancora un gemito soffocato, stringi io pugni per non darmi soddisfazione, guardo il tuo tondo culo, mi avvicino al tuo viso mentre la mia mano inizia a carezzarti il culo, le dita che scorrono lungo il solco, "sei una puttanella in calore, ecco cosa sei", le mie dita che ti allargano il sesso.
Ti mordi il mabbro, in tuoi muscoli si tendono a quel contatto, "mmmmmmmmmmhhhh", muguli ancora, le mie parole continuano a sussurrare al tuo orecchio, "vuoi essere scopata vero?", il tuo corpo che reagisce, dondoli i fianchi mentre le dita solcano il tuo sesso, "sentire la cappella gonfia che inizia a riempirti la figa", le mie dita che iniziano a penetrarti, "aaahhh-mmhhhh". Inizi a gemere, la bocca si schiude incapace di resistere a quel piacere, "lo vuoi vero? Vuoi che il cazzo ti riempia, lo vouoi sentire tutto dentro di te!" parole sussurrate, parole che ti rimbombano in testa. 
Spingi il bacino all'indietro, vuoi sentirti riempita. Non ti concedo subito il piacere che cerchi, "devi dirmi cosa sei se vuoi godere, capito!" Sciaff, le dita ancora bagnate dei tuoi unori colpiscono di nuovo con forza il tuo culo morbido. "NO, non lo dirò mai" dici alzando il tuo tono di voce.
"Ah siii, dici davvero puttanella?", ti afferro per i capelli e ti tiro a me mentre altri colpi centrano il tuo culo, le labbra della tua figa luccicano di umori.
"AAAAHHHHH, AHHHHH, MMMMMHHHHH, SIIIIII, ANCORAAAAA", il tuo culo continua a dondolare mentre si arrossa sempre di più, sul tuo viso un sorriso di piacere prende il posto alla smorfia di paicere di pochi istanti fa. 
"Ma guarda te, sei una cagna in calore, hai la figa che gocciola", le mie dita risolcano il tuo fiore imbrattando il folto pelo del tuo sesso, il pollice affonda nella tua figa mentre con l'attaccatura dell'indice massaggio il tuo clitoride. Stringo la tua carne nella mia mano. Un sussulto scuote il tuo corpo, un fremito iprovviso che ti fa mordere le labbra mentre il mio pollice massaggia freneticamente il tuo punto g. Piacere e dolore, calore improvviso che ti prende il corpo, i capezzoli ceh fanno male, stringi le tue mani legate affontando le unghie nella tua carne per resistere a quello sconvolgimento del corpo. 
Mi accorgo del tuo imminente piacere e mi fermo, immobile, dentro di te, sento pulsare il tuo sesso, ti lascio respirare profondamente, i tuoi spasmi non accennano a fermarsi, lo faccio io per te. 
Ti lascio libera dalla morsa che ti bloccava i capelli, "dillo che sei una troia" e immediato arriva un ceffone sul tuo culo, la pelle sudata fa aumentare la sensazione di dolore, "ahhhhhhhhiiiiaaaa!", ancora ti colpisco, "ammettilo che sei una puttanella in calore", e di nuovo ti colpisco con forza.
Ancora resisti, le mie dita scivolano via dal tuo fiore, il pollice lordo del tuo piacere, lo porto alla tua bocca e te lo faccio succhiare, la tua lingua saetta tre le dita, succhi avida il tuo stesso sapore, "che stronza che sei, non vuoi proprio ammetterlo, vero?". Ti fermi per un attimo, il mio dito nella tua bocca, l'altra mano sul tuo culo, "no, non te lo dirò mai" ed accenni un morso sulla mia mano. SCIAFFFF, forte un altro colpo, stavolta la punta delle dita colpisce all'attaccatura delle cosce, sento la tua figa aprirsi sotto il colpo, "hhhmmmmmmmmm, ahhhhhhhhh!", "stronzo", la tua risposta.
Ancora coplisco il tuo culo morbido, ed ancora la stessa risposta. "STRONZO". Ma il tuo corpo non riesce a mentirmi, il culo rosso, la figa che luccica di umori. "Ah, nooo! Allora vedremo se non è come dico io". Ti riafferro per i capelli, la mano mi fa male, il segno dei tuoi denti disegna un ricamo sulla mia pelle. Faccio scorrere le dita lungo il solco del culo, mi soffermo sullo sfintere, riprendo a scendere nelle morbide pieghe della figa. Per alcuni secondi gioco col tuo clitoride, lentamente inizia a muoverti, a rispondere a quel piacere. La mano immeidata lascia quel bottoncino e ritorna indietro, si riferma sul tuo fiorelllino. Ho le dita scivolose per il tuo succo e con facilità due dita ti penentrano, "ahhhh". Questa volta non è un gemito di dolore, ma di piacere, spingi il tuo culo all'indietro, vuoi sentiti penetrata più a fondo ed io ti accontento. Inizio una veloce penetrazione fermandomi di tanto in tanto ed allargando le dita dentro di te. Ogni volta tremi, il corpo scosso dal piacere.
Muovi il bacino ritmicamente in preda a folate di piacere, le mie dita che alternano la penetrazione del tuo culo a quello della tua figa. "Mmmmmhhhhhhhhhhh, oooohhhhhh!", inizi a mugolare con maggiore forza, il piacere ti sta facendo perdere ogni resistenza. Spingi sempre di più col bacino ogni volta che le dita ti penetrano affondando dentro di te.
"Siiiiii, ti prego, ancora", la tua voce trema, le mani si torturano mentre inarchi la schiena. Le mie dita si muovono velocemente dentro di te, il tuo sesso pulsa, pulsa di piacere.
"scopami, ti prego, scopami, non resisto piuuuuù". Mi fermo, libero il tuo sesso, la mano umida di te si poggia sulla tua schiena sudata. 
"Allora dillo, stronza, dillo che sei una cagna, che sei una puttanella in calore, dillo che vuoi essere scopata da me. Dillo, DILLOOOOOOOOOO", le mie parole di rimbombano nella testa mentre senti i miei passi che si allontanano.
La porta che si apre, la mia voce che ti dice... "sai dove trovarmi stronza".
SBAM! La porta si richiude alle mie spalle lasciandoti ai tuoi pensieri, alle tue voglie...