martedì 13 dicembre 2011

Buongiorno

la pelle ancora calda del sole, tu stesa nella penombra della stanza
le finestre aperte, una leggera brezza,
nella stanza l'odore del mare
tu nuda sul letto a pancia in giù
ti sembra un sogno, lenzuola in lino bianche e tende che si muovono
mi avvicino a te, il rumore delle lenzuola
la mia mano calda sulla tua schiena
lentamente scorre scendendo dal collo verso i fianchi
si ferma per un istante sul culo
le dita che scendono lungo il solco delle natiche e scendono lungo l'interno cosce
istintivamente allarghi leggermente le gambe
"ahhhhhhhhh - ti prego",
chiudi gli occhi e giri il capo dall'altro lato, un respiro profondo
mi alzo e armeggio con qualcosa, non ti muovi.
Mi risiedo accanto a te,
ti ricarezzo sulla schiena, i polpastrelli che scorrono sulla pelle
le dita che ridisegnano il tatuaggio sulla tua schiena.
un brivido improvviso, qualcosa di freddo è stato poggiato sulla pelle calda
Inarchi la schiena, i muscoli che si tendono, sensazione di bagnato,
un morbido scorrere sulla pelle, rapidi gesti, come tanti piccoli baci
carezze bagnate che rinfrescano la pelle arsa da sole
 - brivido -
apri appena gli occhi, intravedi i miei gesti nello specchio vicino al letto
tra le mie mani un pennello, cerchi di immaginare ciò che sto facendo,
"scrive qualcosa o disegna", non sai riconoscere i tratti
continuo senza fermarmi, lungo tutta la tua schiena segni che la ricoprono, che la adornano.
Stasera fiera li mostrerai

martedì 22 novembre 2011

Stronza

Mi fermo all'ingresso della tua stanza, i colleghi e le colleghe sono già usciti da un bel pò. Presa nei tuoi pensieri non hai fatto caso al suono dei miei  passi. Mi poggio con il braccio allo stipite. "Piaciuto il racconto vero, Laura?".
"Cosa ci fai qua" dici alzandoti da tuo posto. "Son venuto a fare quello che ho scritto", entro e mi avvicino a te. Cerchi rapida una via di uscita ma non fai a tempo. mi paro dinanzi a te e ne blocco la fuga. "I Colleghi, tra poco rientreranno", dici spingendomi indietro. Mi chino si du te e cerco quel bacio che sempre mi negi, per un istante mi fissi, le labbra si schiudono, la mi alingua cerca la tua. Mordi le mie labbra con forza. Ti afferro per un braccio e con una torsione lo giro, sul mo labbro una goccia di sangue, la prendo con la lingua, è dolce. Per reazione una sberla molto forte centra in pieno il tuo culo. Il colpo ti fa spostare in avanti. A labbra strette ti dico: "e chi se ne frega, vedranno la mia puttanella all'opera", "aaaaahhhh, laciami mi fai male". Non ascolto le tue parole. Col braccio dietro la schiena non puoi reagire, il tuo culo a contatto con il mio cazzo, "non qui ti prego", ma la mia mano già sta slacciando la cintura del blue jeans. Cerchi di divincolarti, con i tacchi mi sferri un calcio che mi centra su uno stinco. Resisto al dolore e continuo a slacciare il tuo pantanlone. A fatica riesco ad abbassartelo fino alle ginocchia, tu continui ad essere recalcitrante, ma pian piano, quando senti la mai mano carezzare il tuo caldo culo, ti calmi ed inizi a mugolare.
Le mie dita scorrono lungo il solco delle tue natiche e scendono fino alla tua figa. Le dita che scostano lo slip e si insinuano nelle labbra: Il cescpuglio di peli si è già imperlato di gocce del tuo piacere, sei già calda. Affondo due dita dentro la tua figa. Nonostante la tua voglia ti muoi coi fianchi. Le dita che assumono una posizione dolorosa, le ritraggo e immediato "sciaffff" uno schiaffo centra le tue cosce. Con rabbia ti stappo lo slip di dosso, senti la stoffa tirare con forza sui fianchi finchè il sottile lembo di stoffa cede di colpo. Lo senti mentre scivola via infilandosi tra le labbra del tuo sesso. Lo porto al naso, intenso profumo di te.
Le dita ritornano a solcare la tua figa ed ritornano a scoparla. Sei un vero lago adesso, un piacevole suono accompagna quei movimenti. Mi assecondi nei movimenti e ti spingi indietro per aiutare la penetrazione.
Un vocio interrompe il nostro incontro. "Cazzooooooo, le  mie colleghe. ti scongiuro. Ti prego, lasciami andare".
Sfilo le dita dalla tua figa gonfia e lascio il tuo braccio. Tu rapida ti ricomponi, la fronte sudata. Oramai le voci sono vicine, ti infilo un dito in bocca prima di scostarmi da te, la tua bocca  succhia, la lingua carezza il mio dito mentre lo sfilo. In una mano ho ancora il tuo slip rotto.
Appena in tempo entrano nella stanza le tue colleghe. mentr etu riprendi il tuo posto.
"A-allora ci vediamo la porssima volta Enrico, e grazie di essere passato" dici con voce tremante mentre entrano in stanza. Ti guardo sorridendo e sorridendo nei loro confornti. Guardi le colleghe poi guardi me, intimorita in cosa io possa dire. Mi vedi portare un dito alla bocca, "alla prossima allora", lecco il dito guardandoti dritta negli occhi e, girandomi verso le tue colleghe, "signore...? Buon prosieguo". Stupite guardano prima me e poi si girano verso di te. Ti fai rossa in viso e mi osservi uscire dalla stanza. Un tonfo di qualcosa che cade. Fai appena in tempo a vedere lo slip che vola nel cestino dei rifiuti.
 

mercoledì 9 novembre 2011

Chris, la prima volta da schiava

Seduto al bar del "Old Naples", poco meno di 200 km da Miami, sorseggio placidamente la mia birra, nel locale un frastuono ed un vociare di donne che si divertono, sembrano delle amiche che festeggiano chissà cosa quando qualcuno mi urta facendomi cadere addosso la birra, "ma porca zozza, ma guarda te...", impreco in italiano, assorto nei miei pensieri, mi giro per vedere chi è questo imbecille e... "Sorry", una voce femminile si scusa con me. Una donna sui 35 anni o giù di li. Bionda, un gran bel sorriso e dei magnifici occhi di smeraldo.
Sentendomi parlare in italiano si scusa di nuovo con me "scusa, mi dispiace, sei italiano? Io sono Chris, piacere" e con un sorriso disarmante mi porge la mano in cenno di saluto.
Impossibile rifiutare ad un sorriso come quello, "ciao, non ti preoccupare fa nulla, è solo birra", la fisso dritta negli occhi, un lieve sorriso che subito scompare dal mio volto, continuo a fissarla, dritto in quegli occhi verdi. Allungo la mano e, come mio solito, stringo con decisione sentendo la sua esile mano quasi scricchiolare nella mia, abitudine mai persa, adesso sono io a scusarmi, "scusami, forse ho stretto un po troppo", lei sorridendo "Wow che presa! Sei solo? Sto festeggiando il mio compleanno con le mie colleghe di ufficio, ti va di bere qualcosa con noi? Sai non è facile trovare un italiano con cui parlare. Dai, vieni così avrò modo di sdebitarmi con te", e, tenendomi ancora per mano mi invita a seguirla. Non dico nulla, mi alzo e la seguo. Le sue amiche mi vedono arrivare tenuto per mano da lei, e iniziano a parlare tra di loro, facendo degli apprezzamenti e delle battute che io non capisco bene. Lei mi presenta come un italiano che si trova li in vacanza li. Così ho conosciuto Chris.
Quella serata abbiamo chiacchierato molto, nonostante fosse la festeggiata.
Ha trovato più volte il tempo di liberarsi delle sue colleghe che facevano un baccano d'inferno, divertendosi come matte nel piccolo locale per stare a parlare con me, in italiano.
Il mio modo di fare, calmo e distaccato, la voce dal tono basso, estremamente tranquilla ti ha affascinato da subito.
Più volte sei rimasta li a fissarmi mentre eri con le amiche.
Mi hai invitato a Miami, a bere qualcosa, soli. Ci siamo scambiati i numeri di cellulare e, quando la sera sei andata via, ci siamo salutati,non te lo aspettavi, t'ho stretta a me e le t'ho dato un bacio sul collo, vicino all'orecchio, mentre inspiravo a pieni polmoni per portare con me, nella mia testa il tuo profumo.
Sei rimasta molto colpita da questo mio saluto e languida mi ha lascito fare. Per tua fortuna non c'erano le tue amiche in giro, si erano già avviate alle loro macchine. Son rimasto sulla porta del locale mentre andavi via lenta e "sconvolta". Continuavi a girarti per vedere se ero ancora li.
Son passati alcuni giorni, quasi dimentico di quella serata piacevole quando sento squillare il telefonino. Guardo il display, un numero a me sconosciuto, "chi cazzo è stavolta", rispondo con tono scocciato "pronto", per alcuni secondi nessuna voce dall'altro capo, solo un respiro e rumore di fondo, "pronto!", sto per riattaccare quando la tua voce "Ciao, sono Chris, ti ricordi di me?", un flashback e ripercorro attimi di quella strana serata passata in quel pub affollato.
Iniziamo una lunga chiacchierata, che termina con la promessa che il giorno dopo ci saremmo incontrati, mi dai appuntamento a .....
Il giorno dopo puntuale mi faccio trovare all'appuntamento, il caldo si fa sentire nonostante sia da poco iniziata l'estate. Mi giro intorno cercando di vedere quella splendida donna dai capelli biondi. Via vai di gente, di tutti i tipi e tutte le razze in un turbinio di colori e suoni.
Un clacson attira la mia attenzione, la bionda chioma, quel sorriso che ricordavo con piacere e, sopratutto quegli occhi di smeraldo mi fissano con intensità. Ricambio il sorriso e lentamente mi avvicino, "vieni, sali, andiamo a bere qualcosa". Non vedo l'ora di andar via da quella confusione, di scappare da quel marasma di gente che affolla la strada. Mi fiondo in macchina e nuovamente, senza che te lo aspettassi, ti bacio sul collo, come quella sera.
Sembra ipnotizzata, non sai che fare, il respiro affannoso, le mani che continuano nervosamente a stringere il volante.
"Dove mi porti?", chiedo con voce tranquilla dopo quel saluto. Attimi di silenzio, poi, inaspettatamente mi dici "a casa mia".
Nella tua mente un frase che rimbomba "Cosa cavolo sto facendo, uno sconosciuto mi bacia sul collo ed io, stupida che faccio? Lo porto a casa mia?, Chris tu sei matta". Un sorriso e imbarazzata parti, quasi andando a scontrarti con un'altra auto che incrocia la tua strada.
"sempre così quando parti?" dico ridendo. L'imbarazzo del momento ti fa ammutolire, la mia mano che carezza i tuoi capelli. Sei in bambola, non sai più che fare che dire, gocce di sudore imperlano la tua fronte. Curioso mi guardo intorno attratto dalle novità di questa città a me sconosciuta.
Lentamente ti sciogli e, mentre camminiamo, inizi a illustrarmi le varie cose che incrociamo. Attento ascolto tutto ciò che dici.
Ad un certo punto iniziamo ad allontanarci dal centro e ci avviamo verso una serie di isolati con tante case basse, tutte col giardino davanti. Ragazzini che giocano sul prato, e una calma ed un silenzio sempre maggiore ci allontanano dal caos del centro.
"speriamo di non incrociare nessuno che conosco, Chris augurati che non ci siano occhi indiscreti nei paraggi, chissà cosa penseranno di me", pensierosa ad un tratto sei diventata silenziosa mentre percorriamo questi placidi viali.
Imbocchi un vialetto e fermi la macchina davanti ad un garage di una abitazione, una villetta, tipico stile americano, col patio sul davanti ed il prato ben curato. Intono a noi nessuna anima viva. Guardi con attenzione negli specchietti prima di scendere. veloce ti avvii, "vieni, presto".
La cosa si fa assai intrigante, mi guardo intorno curioso e veloce ti seguo. Entro in una bella casa, molto luminosa, appena entrato mi giro e ti vedo mentre dai una ultima occhiata fuori.
Chiudi la porta alle tue spalle e ti poggi alla porta, continuo a guardarti divertito, ti vedo tirare un sospiro di sollievo mentre, testa rivolta al cielo chiudi gli occhi. "Paura di essere vista?", la mia voce ti fa trasalire, rimani li, imbambolata, mi guardi mentre continuo a fissarti, balbetti qualcosa, non sai cosa dire. "Allora? mi offri qualcosa da bere?", dico sorridendo per rompere quel tuo momento di imbarazzo, "si, certo, prego accomodati nel salone, la stanza qui a destra, io vado a posare un momento queste cose", dici mostrandomi la borsa, "ti raggiungo subito", e mi sorridi di nuovo.
Veloce scappi su per le scale mentre io entro in quella stanza. Una sala molto grande con delle enormi vetrate ricoperte da tende, un divano a centro della grande stanza e davanti ad esso un enorme televisore LCD. Mi accomodo sul divano, e aspetto con pazienza.
Il sangue che pulsa all'impazzata, il cuore che va a mille, il respiro affannoso, fai le scale due alla volta e, entrata in camera chiudi la porta alle tue spalle. Senti il cuore in gola, le labbra secche, "Chris che cavolo combini", ti dici mentre ti guardi intorno, lo specchio di fronte a te mostra l'eccitazione che ti sta sconvolgendo la mente, sotto la maglietta attillata fanno bella mostra ti se i tuoi capezzoli. Nonostante la stoffa che li ricopra sono già ritti e ti fanno male per l'eccitazione.
Butti la borsa sul letto e cerchi, con respiri profondi e prolungati, di riprendere il controllo della situazione. "cos'ha quell'uomo che ti attrae così tanto Chris, perchè, perchè l'hai fatto venire", pronunci quelle parole a bassa voce mentre ti guardi intorno, nello specchio la tua immagine riflessa, la gonna leggera che ti copre le gambe. Riapri la porta e scendi di nuovo, verso quella che sembra essere per te una attrazione fatale.
Ti fermi sull'uscio della stanza e, guardandomi, quasi sottovoce "eccomi" dici entrando con la testa bassa. Sai che non puoi sfidare il mio sguardo, camminando a testa bassa, quasi con la paura di disturbarmi, chiedi, con voce tramante "cosa prende da bere?". Senti i miei occhi su di te senti che ti stanno già spogliando.
"Bourbon, liscio, con qualche cubetto di ghiaccio", senti la mia voce alle tue spalle, ti giri e, alzando per la prima volta lo sguardo mi guardi, sono ancora seduto sul divano e ti fisso senza muovermi, "vedo che hai già capito come comportarsi con un Master", un brivido percorre la tua schiena, un fremito che ti scuote, i capezzoli che si rizzano immediati facendo bella mostra di se "NOOO, cazzo, e adesso? Se ne accorgerà di certo che sono terribilmente eccitata", vampate di calore ti fanno diventare rossa, "b-bene, bourbon con ghiaccio, prendo anche io la stessa cosa", ti giri verso il carrello con i liquori e riempi i bicchieri.
Una infinità di pensieri affollano la tua mente, tuo marito, i figli, quell'uomo seduto sul divano, una persona di cui sai davvero poco ma che ti attira irrimediabilmente.
Lentamente ti giri con il bicchiere colpo e me lo porgi, le mie dita che sfiorano le tue, un impercettibile sussulto ti fa vibrare tutta. "Sei eccitata, Chris, ed oggi scoprirai il motivo di questa eccitazione", la mia voce tranquilla mentre ti fisso dritto negli occhi. I capezzoli ti fanno male tanto son ritti e turgidi, perle si sudore adornano la tua fronte. Ripercorri quello che ci siamo detti due giorni fa, tutte le tue domande sul ciondolo che porto appeso al collo, sul mondo del bdsm. La tua curiosità era inesauribile, hai voluto sapere tutto di quello che può essere un rapporto tra master e slave ed oggi lo vivrai, per la prima volta. Automaticamente, quasi con la paura di sentire te stessa pronunci un "S-si, lo sono". Interrompi quel lieve contatto tra i nostri corpi e fai due passi indietro.
Sorseggio un po di liquore e, sempre fissandoti, "vuoi provare cosa vuol dire sentirsi slave, Chris? Lo vuoi vero?", non stacco lo sguardo dai tuoi occhi color smeraldo, "Chris, tira su il vestito e fammi vedere le tue magnifiche gambe". Per alcuni secondi non rispondi, mi fissi ammutolita, "e adesso, Chris! Adesso che fai?, quello sta aspettando una tua risposta" la Chris che cerchi non ti risponde, è ipnotizzata, non riesce a sentire la tua voce. lentamente afferri i lembi del vestito e il vestito inizia a salire. Senti il sangue pulsare nelle tempie, il cuore che batte a mille, il respiro si fa affannoso ma non riesci a fermarti, quel vestito che sale sempre di più e tu che non riesci a fermarti. L'abito sale fino a scoprire l'intimo. "Basta così", un ordine secco, non te lo aspettavi, il vestito calde di colpo ricoprendo il tuo corpo.
"Vieni quì, voglio la tua bocca!" mi vedi slacciare la cintura del jeans, mi guardi in silenzio, i tuoi occhi sono lucidi, "No, non farlo, non sai cosa può succederti, quello è un vero master non uno dei tuoi sogni Chris", ma Chris non ascolta quella vocina, Chris sta vivendo davvero quella che è sempre stata una sua fantasia, essere al cospetto di un master, lei che ha sempre avuto un carattere dominante, lei che ha sempre ottenuto tutto quello che voleva, lei che ha sempre "comandato", adesso viene "domata".
Ti avvicini a me e lentamente ti inginocchi davanti a me. "Niente mani, Chris", dico prendendo la tua testa tra le mani, "niente mani, o sarai punita", i tuoi occhi bassi, non dici nulla.
Mi rilasso poggiandomi allo schienale del divano, le mani allargate lungo lo stesso. Chiudo gli occhi ed aspetto te. Intorno a noi tutto tace, dall'esterno nessun suono sembra giungere, come se il mondo non esistesse. Solo io e te, solo Chris ed il master che ha sempre sognato.
Sento le tue mani sulle mie gambe, lentamente ti avvicini a me, non dico nulla, rimango fermo, sento le mani scorrere sulla stoffa, "Chris...", un monito ti giunge ma tu non ascolti, sei troppo abituata a condurre tu il gioco, sento le tue mani infilarsi nella patta. Un gesto rapido e le mie mani bloccano le tue. "NO!" dico secco. Mi guardi e un sorriso nasce sul tuo viso. Ti alzi e continui a fissarmi in segno di sfida. Ti blocco per i polsi e ti giro "ti piace sfidare, vero piccola? Ma stai scherzando col fuoco".
Tu non reagisci non opponi resistenza, volevi mettermi alla prova. Tiro su il tuo vestito scoprendo completamente il tuo culo, il perizoma in pizzo scompare tra le chiappe sode.
Ti tiro a me e ti faccio accomodare sulle me gambe, il tuo braccio dietro la schiena bloccato per il polso dalla mia mano. "Ecco, Chris, te la sei proprio cercata, contenta adesso?", attimi di agitazione. inizi a girare il capo a destra e sinistra, non hai il coraggio di parlare, aspetti solo quella che sarà per te una punizione.
"Conta Chris, conta!". "Sciafff", Uno schiaffo centra il tuo culo facendoti sobbalzare, "conta", non riesci a capire in un primo momento cosa io voglia da te, non sentendo nessuna tua risposta uno schiaffo ancora più forte centra le tue natiche, "CONTA!", stavolta hai sentito bruciare la pelle, e ancora quell'ordine, "conta, Chris, conta!".
La tua voce, flebile, "unooo", hai capito adesso cosa voglia il master da te, il respiro affannoso, non sai quanto ancora durerà quella punizione.
"Sciaffff", le natiche che ballano quando vengono centrate da un nuovo schiaffo.
"Due", adesso la voce esce chiara dalla tua bocca, ed io me ne compiaccio, hai capito, sei tu adesso la slave che hai sempre immaginato.
Un nuovo colpo centr4a il culo morbido, e subito, immediata c'è la tua risposta, "treee", le mie mani carezzano il tuo splendido culo, sento sotto le dita la pelle vellutata e calda, i colpi stanno facendo il loro dovere, sei sempre più sensibile, inizia a muovere il bacino mentre la mia mano ti carezza, "sciafff", un altro schiaffo, "quattroo", "sciafff", "cinque", le mie dita che scendono tra le cosce e spostano il perizoma. Sotto le dita il tuo fiore completamente rasato è già bagnato. appena le dita scorrono lungo quel solco inarchi la schiena e inizia a mugolare. "Sei calda Chris", le dita che affondano nel tuo corpo, "Uhhhhmmmm!!", chiudi gli occhi e ti lasci andare a quel piacere che non immaginavi, senti la pelle che brucia, ma sei eccitata da tutto questo. Inizia lentamente a godere di quelle dita che violano il tuo corpo dimenticando completamente quella che per te è una punizione, ti rilassi lasciando andare il tuo corpo. Le mia dita che abbandonano il tuo sesso e...
"sciaffff", sobbalzi, i capezzoli che ti fanno male, il colpo è stato forte questa volta "S-sssseeeeeiiiiiii", ti piace quel misto di piacere e dolore, non te lo aspettavi, è assai piacevole sentirsi "usata", senti i tuoi umori colare dalla tua figa, li senti che colano lungo le cosce. "Schiafff", un nuovo colpo fa aumentare quel tuo stato di eccitazione, senti un incredibile calore nel tuo ventre, "setteeeee". "Brava, hai imparato in fretta, sei davvero brava", la mia mano che riprende a carezzare il tuo culo arrossato. Un lieve contatto e non riesci a rimanere ferma, la pelle è diventata sensibilissima a qualsiasi contatto, ogni volta che la senti sfiorare mille scariche elettriche sembrano percorrere il tuo corpo.
Ancora un colpo ben assestato e tu "Otto", la mano che lascia libera la tua mano, e libera il tuo seno. Cerco i tuoi capezzoli e li trovo, li voglio.
Il morbido seno riempie tutta la mia mano, lo stringo e gioco con le dita coi tuoi capezzoli, li pizzico, li stringo, li strizzo. Gemiti di dolore e piacere nascono dalle tue labbra, la lingua che continua ad umettare le labbra. L'eccitazione di questa situazione è per te devastante, hai perso qualsiasi timore. L''unica cosa che vuoi, adesso, è godere e far godere il tuo SignorE.
Ogni tua terminazione nervosa è pronta a ricevere immediata gli stimoli che lui ti darà, e quegli stimoli, immediati arrivano. "sciafffff", un nuovo colpo sul culo oramai arrossato dai colpi, "noooovvvvveeeee", a denti stretti per il bruciore che senti sulla carne, "sciiiiaaaffffff", questa volta il colpo è stato davvero forte, da farti quasi mancare il fiato, lacrime fanno la loro comparsa nei tuoi splendidi occhi, respiri affannosamente, ingoi e poi...., calma, a continuare la tua sfida, "dieci".
Nonostante sia stata per te la prima volta e nonostante io abbia voluto metterti alla prova hai ubbidito senza fiatare e senza fiatare hai contato tutti i colpi che ti ho dato.
"Ora basta, la punizione è finita", faccio cenno di alzarti. Tu vista la posizione in cui ti trovavi scendi dalle mie gambe rimanendo in ginocchio di fronte a me. Carezzo i tuoi biondi capelli e sorridendo ti bacio, un leggero bacio sulle tue labbra. "Sei stata brava Chris", rimani ferma e, fissandomi sorridi a quel complimento, il culo ancora scoperto, sei felice, Chris si è sottomessa per la prima volta e le è piaciuto. Credi che tutto sia finito ma non è così, dimentica di quello che ti avevo chiesto mi vedi riallargare la cintura e sbottonare la patta. "La tua bocca Chris, la tua bocca, e ... senza mani". Mi guardi e dopo un istante vedo le tue mani spostarsi dietro la tua schiena. Lentamente ti abbassi in avanti e avvicini il viso al mio addome, la maglietta è ancora tirata si e tu inizi a baciare il mio addome. Sento calde le tue labbra sulla mia pelle. Respiri profondamente, vuoi vuoi riempirti col profumo di quell'uomo che ti ha sconvolta. La bocca che continua a baciare quella pelle scendendo sempre più giù.
Ti aiuto e slaccio completamente la cintura e apro la patta. Ti allontani da per facilitarmi nel compito. Calo i pantaloni rimanendo solo col boxer addosso, il cazzo che inizia a farsi vedere sotto la stoffa. Ti riavvicini e, sempre con le mani dietro la schiena, afferri il bordo del boxer con i denti, cerchi di tirarlo giù. Con un po' di difficoltà riesci nel tuo intento ed il mio membro, oramai quasi completamente in erezione, è libero. Eccolo, adesso è a pochi centimetri dalla tua faccia.
Sento la tua lingua, un lieve tocco lungo l'asta, inizia pian piano a baciarlo e leccarlo. La bocca che lo carezza in punta, non hai il coraggio di fare quel gesto, poi le tue labbra si schiudono ed un cazzo entra nella tua bocca, ma non è quello del tuo uomo.
Sento la lingua che lo carezza nella tua calda bocca. e mie mani prendono la tua testa e ti guidano in gesti di piacere. Lentamente il membro entra sempre più profondamente nella tua calda bocca. Tu mi lasci fare e con avidità ingoi tutto il mio cazzo. Rivoli di saliva scendono lungo il mio cazzo
"DIMMELO", immediatamente mi implori, "voglio sentirti dentro di me...ma so che non lo farai...voglio sentirti muovere dentro e darmi piacere ma so me lo negherai", ti fermi per alcuni, interminabili secondi, mentre mi fissi dritto negli occhi, cerchi una risposta che non ti do, che sai che non ti darò.
Quando vedi che continuo a tacere alle tue richieste, prorompi in una implorazione, "allora per lo meno voglio la tua sborra, voglio sentirti in bocca, voglio sentire il tuo sapore. Voglio sentire che vieni".
la mia cappella si ferma, si poggia alla tua bocca, vedi che mi lascio andare e mi spingo con la testa all'indietro.
Mi guardi in silenzio e "oddioooo, Chris che stai combinando", non riesci a completare i tuo pensiero che: "te lo sei meritato, mio smeraldo", la Chris più intraprendente prende il sopravvento e perde ogni timore, "me la daiiiiii, me la dai!!!!!!!!!!" e sorridendo aggiungi "grazie".
Ti lascio fare, sento la tua lingua saettare proprio sotto la cappella, il punto più sensibile per un uomo. Inizi a muovere la lingua veloce mentre il mio membro inizia a vibrare. I miei muscoli si contraggono, sto per venire, ti afferro per la testa e ti metto la cappella in bocca, solo la cappella, tu cerchi di affondare ma io ti trattengo, senti il mio cazzo pulsare nella tua bocca, nella tua mente mi implori "ti prego, ti prego", la cappella si gonfia e si ingrossa, ti sta riempiendo la bocca.
Ancora i tuoi pensieri implorano quel piacere che hanno cercato fino ad ora, "Dammela", la tua lingua che non smette di leccarla, le prime gocce di intenso piace iniziano a farsi riconoscere dalla tua lingua. Ti fermi, "oddio", sei pronta ad accoglierlo. Un fiotto caldo prorompe e riempie la tua bocca, le mani ti tengono ferma sul cazzo.
"Non perderne nemmeno una goccia, guai a te se una sola goccia viene persa", un fiume caldo ti riempie e tu avida ingoi tutto, "mmmm si ingoio tutto, grazie! Cristooooooo ti sto anche ringraziando, ti odio ma ti voglio", queste emozioni forti e continue non ti fanno più ragionare sei completamente in mia balia, "tu mi "vuoi", le mia parole ti colpiscono con una violenza inaudita, "ma hai visto cosa ho fatto?????", ti domandi sconvolta. "Mamma mia, cosa mi hai fatto fare" domandi poi, rivolta a me.
"Perchè? Non volevi godere? Ed io l'ho fatto per te" dico con calma mentre continuo a carezzare la tua bionda chioma.
"Chris, questa è la nostra prima avventura assieme, visto?", alzi lo sguardo e guardandomi fissa pronunci, quasi sottovoce, "si, tu mi hai fatto perdere la testa.
ma tu?....." domandi timorosa di una mia risposta.
"Ho goduto da matti, ma sai che debbo rimanere in me, non posso farmi sfuggire le cose di mano". Ti poggi col viso sul mio ventre e aggiungi con voce tremante, "perderai mai il controllo?"
Lunghi attimi di silenzio, un tempo che per te sembra infinito, alla ricerca di quella risposta che sai quale sarà.
Io e te, soli in quella stanza, intorno a noi solo silenzio. Guardandoti negli occhi, "tra qualche giorno tra me e te ci saranno migliaia di chilometri di distanza ma faremo sesso come due amanti".
Quelle parole di gelano il sangue, "No, ho il terrore di essere scoperta e adesso che lo dici non so se succederà di nuovo. Forse anche così, dietro lo schermo so che potrai prendermi come vorrai ed io non avrò modo di resistere, non potrò fermarti".
Ti guardo un pò interdetto, "Dici? tu lo vuoi fare, non solo io".
Attimi di silenzio, la tua mente non sa cosa sta succedendo, cosa ha fatto quell'uomo alla Chris che credevi di conoscere, "lo so ma...."
non ti faccio finire il tuo pensiero, mi avvicino a te e delicatamente ti bacio sulle labbra, mi lasci fare e accetti quel bacio, un bacio che sigla un patto tra me, e te.
"Io sono il tuo SignorE. e tu il mio smeraldo, tu sei mia, ricordalo Chris!
Ti siedi sul divano mentre io mi ricompongo. Rimani in silenzio a guardarmi mentre esco dalla stanza.
La porta che si apre, un rumore sordo, lo sguardo fisso alla porta, nessun rumore giunge più alle tue orecchie, adesso c'è solo il silenzio, adesso c'è solo Chris, "il suo smeraldo".

L'iniziazione

Seduto comodamente in poltrona sorseggio un bicchiere di brandy stravecchio in attesa della tua venuta.
Metto su della musica e mi rimetto comodo, la stanza è silenziosa, solo il piano di Bill Evans a riempire l'aria di note.
Sento una chiave entrare nella toppa, alcuni giri di essa e la porta si apre.
Sei arrivata puntuale, sai che non amo aspettare. Il ticchettio dei tuoi tacchi si avvicina lungo il corridoio, la porta si apre, sento la
tua voce tremante, "Signore, ci siete? Posso entrare?".
"Vieni pure puttanella". Entri nella stanza a testa bassa, non hai il coraggio di guardarmi, "Spogliati".
Ubbidisci senza fiatare, sbottoni la tua camicetta e la sfili lasciandola cadere a terra.
Le mani che si accingono a sbottonare la gonna, la zip che va giù ed anche la gonna cade ai tuoi piedi.
Rimani con le calze ed il perizoma in pizzo, "Raccogli e metti le tue cose a posto, non mi piace il disordine, puttanella".
"Abbiamo un ospite particolare oggi", "ospite? ...come ospite?" dici esterrefatta.
"Si abbiamo un ospite particolare, adesso togli il reggiseno e lo slip e riponi tutto in ordine. Poi stenditi sul letto"
Ubbidisci senza discutere, slacci il reggiseno e, all'atto di togliere gli slip ti giri per non farmi vedere il tuo sesso.
"La vergogna di mostrarti nuda a me non ti è mai passata" dico ridacchiando, "si..." dici sottomessa abbassando il capo e sentendo il mio sguardo su di te.
"Vieni qui" ti ordino secco. Al sentire la mia voce sussulti, ti giri e, coprendoti il sesso con una mano ti avvicini.
"Sempre così, vero? Hai sempre vergogna di mostrarti al tuo signore" dico guardandoti dalla mia posizione, comodamente seduto in poltrona.
Chini ancor di più il capo, "si, Signore", "girati e chinati in avanti" dico con tutta calma.
Rimani per un istante i silenzio poi... "devo?".
Stizzito rispondo con rabbia alla tua stupida domanda, "che cosa lo dico a fare allora, puttanella, certo che devi".
Immediatamente esegui il mio ordine e ti abbassi in avanti portando le mani alle ginocchia.
Ti guardo mentre rimani in quella umiliante posizione, mi alzo dallo schienale della poltrona e con entrambe le mani ti allargo il culo.
Allargo completamente le tue chiappe, senti il buchetto tirare.
Un lieve suono, segno del digsagio che provi esce dalle tue labbra, "ah".
Vedo aprirsi davanti a me anche le labbra della tua figa carnosa, un suono piacevole e le labbra si schiudono mostrandomi il rosso vivo del tuo sesso.
Sei già baganta, il luccichio dei tuoi umori è già evidente. "Sei sempre in calore, puttanella eh!"
Le parole che quasi ti muoiono in gola, la voce tremante "si, signore".
Senti due delle mie dita affondare nel tuo corpo, "ah!", mugoli mentre esse penetrano il tuo corpo.
Sei calda,gli umori subito ricoprono le mie dita, completamente, facilitandomi nel compito.
Le tiro fuori e ne assaporo il profumo, "profumo di femmina", nella mia mente risuonano queste parole, "profumo di femmina".
Quando hai sentito le mie dita ti sei irrigidita, e solo adesso che le ho tirate fuori per un istante ti rilassi.
Non fai a tempo a tranquillizzarti. Hai il cuore che pulsa a mille, senti la mia mano che riafferra il tuo culo e subito dopo, le mie dita che di nuovo lo violano.
"AH!!", questa volta l'urlo prorompe dalla tua bocca deciso, senti le dita che allargano lo sfintere penetrandolo, poi, quelle due dita si spostano all'esterno dilatandoti il culo.
Lo apro, dilatandolo per un paio di centimetri, "AHIA", ancor più forte è l'urlo che emetti.
Ti irrigidisci sentendo così ancor più dolore, "rilassati, cagna, tra poco dovrai usarlo. Ma non ti preoccupare, non sentirai tanto dolore".
Sfilo le dita dal tuo culo e lo vedo lentamente richiudersi. Giri il capo verso di me e con aria di domanda mi dici "No, signore...non vorrai usarlo...".
"Troia, non te lo faccio rovinare, non sono stupido, vai sul letto muoviti". "S-si Signore" e rapida ti avvii verso il talamo.
Ti accomodi sul letto e ti stendi, rimani immobile, le gambe chiuse, le mani sul ventre. Fissi il soffitto in attesa.
"Pancia sotto", ti ordino dalla mia comoda poltrona. "Subito" rispondi svelta. Ti batte forte il cuore, ti giri lentamente e rimani immobile,
le mani lungo i fianchi.
"Allarga le cosce", un nuovo ordine secco ti fa trasalire. Ubbidisci immediatamente, "s...si..".
Addosso ti sono rimaste solo le calze autoreggenti, mi avvicino a te, mi metto al tuo fianco e con una mascherina copro i tuoi occhi.
Carezzando il tuo dolce viso, mi chino e ti bacio sul collo, vicino all'orecchio.
Sei intimorita, senti un rumore metallico, non vedi quello che succede. Trattieni il fiato per sentire meglio e capire di più.
Ti prendo per i polsi e li porto sulla tua testa, ti lego al letto con delle manette.
"..no Signore, per favore" inizi a piagnucolare, "zitta o il tuo culetto se la vedrà con mio cazzo".
"Sto zitta, meglio di no, sarebbe troppo doloroso", i tuoi pensieri ti portano a più miti consigli e silenziosa ti lasci legare.
Due cavigliere in cuoio si stringono intorno alle tue esili caviglie, la sensazione che provi e di impossibilità a reagire a qualsiasi cosa.
Ti si blocca quasi il respiro in gola, adesso sei completamente immobilizzata, con le cosce aperte.
Hai il presagio di qualcosa di importante, il sesso esposto alla vista
altrui e tu, tu non puoi far nulla per coprirlo.
"Vieni, adesso puoi entrare", la mia voce rompe il silenzio degli ultimi minuti.
La porta si apre cigolando con un rumore sinistro, lentamente, un suono che sembra durare una eternità.
Inizi ad agitarti, provi a liberarti senza riuscirci. "No signore, chi c'è, no per favore", sai di essere in mostra.
E sai di non poterci far niente. Il sangue pulsa nelle tempie, gocce di sudore imperlano la tua fronte, passi si avvicinano a te.
"Puoi carezzarla, non aver timore" dico al mio interlocutore con calma, "è tua adesso".
"NO, chi c'è?", nella tua voce il terrore, la paura. Ti agito, tiri forte con le braccia.
Una mano delicatamente ti tocca i capelli, ti carezza la testa.
"Sei tu Signore?", parole che implorano, "NO", rispondo secco.
La mano timorosa per un attimo si ritrae, "è tua" dico all'indirizzo di chi ti carezza. Senti la mia voce arrivare da un'altra parte della stanza.
"Chi è Signore, chi è?", non ti rispondo, un cenno di assenso con la testa mi fa capire che adesso è convinto.
Senti solo silenzio, un silenzio assordante. La mano che si posa sulla tua schiena, è calda e tremolante, inizia delicatamente a carezzare la tua pelle.
I muscoli del tuo corpo si irrigidiscono a quel contatto, contrai la schiena, la mano inizia a scendere sempre di più.
"No Signore, chi è, chi c'è qui con noi?", ancora la tua voce rotta dalla paura. Le dita si fermano per un attimo proprio prima di arrivare sul tuo culo.
Quelle tue parole per un attimo lo hanno bloccato, si gira verso di me, mi guarda in silenzio in cerca di una mia risposta.
"Guai a te se parli di nuovo puttanella!", gli faccio un cenno di proseguire.
Rimani zitta, non rispondi, le esili dita iniziano a toccare il tuo culo. Mani inesperte carezzano le tue natiche.
Muovi il bacino a destra e a sinistra, non vuoi quelle carezze.
Vorresti sapere chi è, com'è fatto. Se uomo o donna.
Se è nero o bianco. Vorresti sapere cosa vuole da te.
Le dita iniziano a indagare scorrendo nel solco del tuo culo, senti che mi alzo.
Passi si avvicinano, mi siedo sul letto accanto a te. Ti afferro per i capelli "Fai la brava Paola".
Vorresti parlare, chiedere, ma hai paura. "AHI,....s...si. Signore". Ti calmi e mentre io accarezzo la tua testa.
Ti rilassi, senti quelle esili dita che indagano sul tuo corpo. I polpastrelli carezzano il tuo culo.
"Perché si sofferma così sul mio culo, chi è, cosa vuole", pensi mentre senti quel contatto.
Le dita scendono sempre più giù, le senti mentre solcano le labbra della tua figa.
Ti scappa un "AH!" dalla bocca...., per tutta risposta ti bacio, riempiendo la tua bocca con la mia lingua.
Quelle dita hanno preso coraggio, si insinuano nel tuo corpo sondando quel morbido anfratto.
I tuoi umori colano abbondanti, per un attimo quelle dita si allontanano dal tuo corpo.
Quelle dita vengono portate alla bocca.
Qualcuno si sta spogliando, non sono io, io che continuo a carezzare la tua testa rimanendo a fianco a te.
Vestiti volano via, in testa a te preghi affinché tutto finito.
Qualcuno sale sul letto Preghi che non sia vero.
"Allargale bene il culo", consiglio a colui che è insieme a noi.
Senti di nuovo quelle mani, piagnucoli un "no...Signore..".
Un viso imberbe si infila tra le chiappe e senti una lingua penetrarti il culo, lecca con avidità.
Sento tutto il tuo culo bagnato.
"No, lì non voglio" pensi, ma non puoi dirlo, ti irrigidisci tutta.
Quella sensazione, quel viso imberbe ti ha fatto pensare ad una donna, "no, che schifo, una lesbica" altri pensieri prendono vita nella tua testa.
Anche quelle dita esili ti hanno fatto pensare che chi sia nella stanza sia una donna.
"una donna no, mi umilia troppo essere giocata da una donna", non vuoi essere presa da una donna.
Ti sentiresti troppo usata, troppo un oggetto, ma qualcosa di duro urta vicino alla tua cosce bagnandola leggermente.
Ancora pensieri che non riescono ad uscire dalla tua bocca, "no, forse è un uomo, speriamo non sia una donna con uno strapon".
"E' tuo, ti ho detto che è tuo, la puoi inculare senza problemi".
Miagoli ancora un "...no...signore...lì no", pian piano, quasi per non farmi sentire.
Qualcuno monta si di te, non è molto pesante. Hai il culo tutto insalivato, senti qualcosa che preme al suo ingresso.
Stringi i pugni e gridi, forte, "NOOOO!"
Una sberla ti centra in pieno viso, scompigliando tutti i tuoi capelli.
"Che cazzo strilli, cagna", urlo nei tuoi confronti.
"Ahiaa", lo schiaffo ti ha preso alla sprovvista, ti metti a piangere ma non fai in tempo a riprenderti, a capire cosa stia succedendo che quel cazzettino, sembra un grosso dito, ti entra nel culo ed inizia a scoparti freneticamente.
"Una vacca come te è avvezza a ben altre misure, vero cagna?" sussurro nel tuo orecchio.
Dalla bocca ti esce un "ah ah ah ah" ritmico con i colpi che subisci e rispondi alla mia domanda.
"Si signore, è piccolo. Senti che mi sto muovendo al tuo fianco, non puoi vedere cosa succede.
Il cazzettino continua a scoparti nel culo, scopa freneticamente, come fanno i giovani alle prime armi.
Ora affonda di più ma non fa male, quel piccolo cazzo ti penetra completamente senza difficoltà.
Per te è solo più imbarazzante. Entra nel tuo culo riempiendolo fino alle palle, chi ti sta scopando lo infila a fondo. Lo senti ansimare sopra di te.
Senti il profumo del mio cazzo vicino alla tua faccia, "apri bene la bocca" ti ordino.
Ti giri verso la mia voce e allarghi le labbra più che puoi. Senti il mio cazzo che, a fatica entra nella bocca spalancata.
Ti afferro per la testa ed inizio a scoparti lentamente in bocca, ti senti un oggetto, una schiava da sesso.
"Ecco come devi scopare, tu vai troppo in fretta", ti senti come una vera troia, molto porca.
Per un attimo quel cazzetto si ferma nel tuo culo, senti che pulsa, e la cosa ti eccita molto. Io intanto ti inizio a a scoparti in bocca lentamente, la cappella che scompare nelle tue labbra, usi la lingua per darmi più piacere, mentre col bacino dai il ritmo al cazzetto, andandotelo a prendere, su e giù, su e giù.
Le mie mani che ti tengono la testa e di tanto in tanto affondo il mio cazzo completamente nella tua bocca, quasi soffocandoti.
Ricambi succhiando forte. Bave di saliva ricoprono completamente il mio membro.
Oramai sei andata, non riesci più a trattenere il tuo piacere "voglio dare piacere a tutti e due", "voglio farvi sapere quanto sono porca", ma le parole si strozzano in gola, solo gemiti, gemiti di piacere. Sei eccitatissima, vuoi godere anche tu vorresti essere libera ma non puoi e la cosa ti arrapa ancora di più.
Il cazzetto di inizia a scopare con maggiore vigore, segno che non resisterà ancora per molto, intanto tu inizia a mugolare, usi la lingua bene per farmi venire assieme a lui.
L'impeto con cui ti riempie il culo aumenta ancor di più alla vista del mio cazzo che scompare nella tua bocca.
Oramai non resisterà ancora per molto, sfilo il cazzo dalla tua bocca, uno schiocco mentre tu cerchi di succiare ancora con forza e la cappella che si poggi sulle tue labbra.
La tua lingua inizia a saettare, so che questo ti piace, sei bravissima con la lingua.
Lavori di lingua e aspetti.., a quella vista quel cazzettino si irrigidisce e... "AHHHHHHHHHHRRRGGGGGG!!!!!!"
Senti un fiotto caldo riempirti il culo, senti che vibra mentre ti riempie.
Un corpo si accascia su di te con tutto il suo peso, sei immobilizzata completamente. Quel corpo continua a vibrare mentre svuota le sue palle nel tuo culo rimanendo ancora duro dentro di te. Gli ultimi colpi più forti per svuotarsi tutto.
Lo senti ansimare accanto al tuo viso mentre la mia cappella rientra di nuovo nella tua bocca, apri la bocca vogliosa, mugoli.
Vuoi sentirmi godere, succhi, la lingua che schiocca, baci la cappella cercando di succhiare quel cazzo che è alle porte della tua bocca.
Lavori delicatamente con lingua e succhi con forza. La lingua che, da sola, cerca il punto giusto per darmi piacere.
Ti afferro per i capelli, "cagna vuoi che ti venga in bocca, vero?", alzi lo sguardo a cercare il mio e fai cenno di si con la testa.
"Voglio sentire la tua voce", dico con calma, "si signore, voglio che tu mi venga in bocca".
"Gridalo, gridalo" ti urlo, "fai sentire a tutti che vuoi che ti venga in bocca, urla che sei una troia".
"SBORRAMI IN BOCCA SIGNORE"
"SONO UNA TROIA, GODIMI IN BOCCA"
"Allora tira fuori la lingua, puttanella" ti ordino, "muoviti".
Spalanchi la bocca, tiri fuori la lingua. Intanto sento lo sperma che ti cola fuori dal culo.
Poggio la cappella sulla tua lingua mentre inizio a segarmi, rimani ferma, immobile, in attesa dello schizzo caldo.
La lingua che morbida carezza sotto la cappella facendomi arrivare con maggiore velocità.
Senti il cazzo che pulsa, senti che sto per venire e rimani ferma. A bocca aperta, con la lingua fuori.
Stringo con forza il mio cazzo per non schizzarti il mio seme fino in gola e lentamente faccio colare fuori le gocce del mio piacere sulla tua lingua.
Prima una goccia, puoi uno, e poi due - tre getti, densi e rapidi.
La tua lingua che inizia a riempirsi del mio seme, adesso hai la lingua completamente piena.
La ritiri per bere tutto il mio sapore, per goderti tutto il mio amore.
Chiudi la bocca, deglutisci. La riapri per pulirmi bene il membro.
Lentamente chi è addosso a te si sta riprendendo mentre il cazzetto oramai moscio ti esce dal culo.
Si alza e si toglie dal tuo copro sudato, le cosce aperte ed immobilizzate. Lo sperma che ti esce dal culo e cola nella tua figa aperta.
E' freddo, fastidioso, è imbarazzante per te quella situazione adesso.
Mi stacco da te e senti le mie dita che si insinuano nel tuo culo, per poi scendere nella tua figa.
Non riesci a capire cosa io stia facendo ma hai ancora tanta voglia.
Con le dita raccolgo lo sperma che ti ha riempito il culo, ne ho le dita completamente coperte.
Un attimo, le dita che sia allontanano e fanno la loro comparsa nella tua bocca.
"Finisci di pulire tutto, puttanella", lecchi le dita, senti sapore di sperma, le succhi come se facessi un pompino.
Senti sapore di sperma misto ai tuoi umori, le mie dita affondano fino in gola spingendo quasi con violenza.
Per la prima volta senti una voce che non è la mia, "Posso andare adesso?", una voce quasi infantile, di un ragazzo.
Te ne eri quasi dimenticata, "vai" gli dico, ancora rumore di passi e senti la porta che si richiude.
"Padrone, per favore, posso vedere chi è stato?", mi dici implorante.
"NO!" è la mia risposta.
Solo in quel momento ti libero dalle manette e dalle cavigliere, "ahhh, libera...", adesso ti senti rassicurata. Tutto è finito oramai.
Ti giri sulla schiena, "che male stare nella posizione" dici sottovoce, quasi timorosa che io possa sentirti.
"Signore....avete pensato a voi due....ma mi avete fatto venire una voglia.....", dici con aria sorniona e lasciva mentre allarghi le gambe toccandoti la fica e il seno.
"Vuoi venire? fallo allora", da un cassetto tiro fuori un grosso fallo di gomma, "scopati da sola" aggiungo mentre ti passo quell'oggetto.
"Perché non richiama l'altro uomo....così in due...sarebbe più bello" aggiungi mentre prendi il grosso dildo.
"Sono io che decido come tu devi venire, puttanella", sei troppo calda per aspettare, ed inizia a scoparti con quell'oggetto senza sentire più quella vergogna che ti attanagliava.
Mi alzo dal letto e mi siedo sulla poltrona davanti al letto.
"Fammi godere lo spettacolo"

E' giunto il tuo momento, puttanella!

Come tutte le mattine passo mi trovo a passare sotto il tuo ufficio. Sono oramai tre giorni che ti vedo arrivare di buon ora. Sotto il pesante soprabito indossi una lunga e pesante gonna. Veloce entri nell'ingresso senza girarti indietro.
Proprio a due passi dall'ingresso vedo un posto per parcheggiare, è assai difficile trovarne. All'ultimo istante prendo la decisione, metto la freccia e parcheggio.
Chi era dietro di me mi suona nervoso, non si aspettava quella frenata brusca. Non mi giro nemmeno, dopo alcuni se ne va sgommando, "fanculo" sussurro mentre scendo dall'auto. Le foglie gialle degli alberi tappezzano come un caldo tappeto il marciapiedi. Nell'aria odore di freddo e nebbia.
"E' giunto il tuo momento, puttanella!"
Era qualche giorno che non ci si sentiva, dopo l'ultima tua sfuriata. Mi hai attaccato il telefono in faccia senza complimenti dandomi, come tuo solito dello "STRONZO", si,  urlandolo al telefono. Ma nella tua voce si notava un senso di gratificazione e piacere per l'ultimo incontro. Sorridevo pensando alla cosa ma allo stesso tempo rimuginavo quale potesse essere, la migliore punizione da infliggerti.
Mi tornava alla mente quel tuo magnifico lui, e, riguardando un video, quel video in particolare, in me è montata la voglia di rivederti per darti la lezione che meriti.
Veloce entro nell'androne del palazzo. A quell'ora non c'è quasi nessuno, salgo rapido le scale, "speriamo sia aperta la porta, altrimenti la sorpresa per te non riuscirebbe". Arrivato al piano del tuo ufficio mi affaccio e scorgo la porta socchiusa. Lentamente la spingo, alla reception ancora non c'è nessuno. Tutte le stanza sono ancora nell'ombra, segno che ancora nessuno è arrivato. "Ottimo, proprio quello che speravo, adesso vedrai stronza! E' venuto il tuo turno". Sfilo dalla tasca la chiavetta usb, ci ho riversato quel video, in attesa dell'occasione giusta e l'occasione è arrivata. Con me ho portato anche un foglio con su stampato tutto quello che hai detto.
Silenzioso mi incammino nel corridoio buio verso la tua stanza. La luce arriva dalla tua stanza. Rumore di carte spostate ed il suono del pc che si avvia. Aspetto ancora qualche secondo, guardo l'orologio prima di entrare, c'è ancora una buona mezz'ora prima che i tuoi colleghi arrivino.
La porta è aperta, ti vedo mentre ti siedi ed inizi a digitare qualcosa al pc.
"Buongiorno... piccola", dico entrando ed immergendomi nella luce della stanza. Sussulti sulla sedia mentre ti butti all'indietro, ti vedo tremare, "stronzo, mi hai fatto paura cane", sei sbiancata vedendomi uscire dalla penombra, ti porti la mano al petto, "ho i cuore che mi batte a mille, bastardo!", sulla tua fronte compaiono perle di sudore. Mi avvicino a te, tu ti alzi, e intuendo quelle che potrebbero essere le mie intenzioni, cerchi di tenermi a bada, "cosa vuoi, cosa sei venuto a fare qui!". Mi porto l'indice alla bocca e ti faccio cenno di rimanere in silenzio, "shhhhh, lo sai che non mi piace fare casino", rimani ferma mentre ti giro intorno, sono alle tue spalle adesso, un brivido di freddo ti percorre mentre sussurro al tuo orecchio, il mio corpo poggiato al tuo, ne sento il calore, il mio inguine si poggia al tuo culo, morbide rotondità impossibili da dimenticare. Non ti scosti, rimani ferma conscia del piacere che quel contatto ti da. "Voglio farti vedere e leggere una cosa puttanella!". Appena pronuncio quelle parole mi spingi via, cerchi di dire qualcosa ma non fai a tempo, una sberla centra il tuo culo sodo. Ti passo la chiavetta, apri il video

"il tuo momento"


le nostre mani si scambiano quel piccolo oggetto, un contatto che potrebbe essere quasi un amplesso, le dita che si sfiorano, sentire ogni millimetro della pelle, ogni piega. schiudi la mani e prendi la chiavetta. Le mia mano ti cinge un fianco. Ti chini in avanti senza muoverti dalla posizione in cui ti trovi. Sono dietro di te mentre inserisci il supporto magnetico nel suo alloggio. Automaticamente compare una finestrella sul video che ti chiede di eseguire un'azione, la tua scelta è "Apri Cartelle". Scorri con gli occhi l'elenco dei file presenti e allungandoti afferri il mouse. Senti la gonna salire su, ti fermi per un istante, giri la testa verso di me, le pupille dilatata, la bocca leggermente aperta, ti spingo appena un po' in avanti mentre la tua gonna va completamente su. sulla tua schiena.
Sotto porti un paio di collant con uno slip nero, in pizzo. Uno slip che conosco molto bene. "non muoverti" dico mentre ti faccio girare di nuovo la testa verso il video.
Attacco le cuffie all'uscita audio ed infilo gli auricolari nelle tue orecchie. Ad un tratto tutti i suoni per te iniziano a risultare ovattati, tenui. Davanti a te posiziono un foglio di carta, Lo inizi a leggere nella tua mente, "leggi ad alta foce" ti ordino mentre poggio la mano sulla tua mano che tieni il mouse e clicco sul play del video.
"LEGGI!", l'ordine secco ti fa sussultare mentre senti slip e collant venire giù. Immediatamente i capezzoli si drizzano premendo sulla stoffa del reggiseno mentre dalle cuffie arriva il suono della voce di 2222, "il giorno successivo non portai nemmeno le forbicine..." mentre tu abbassi lo sguardo sul foglio e inizia a leggere nella tua mente. Senti il palmo della mia mano sfiorare il tuo culo nudo, senti le dita scorrere lungo il solco ed arrivare fino al tuo sesso, una sensazione di calore pervade il tuo ventre mentre tutti i tuoi sensi si concentrano tra le tue cosce. "commisi un altro errore di battitura" dice la protagonista proprio mentre tu inizi a leggere quello che c'è scritto sul foglio. Nello stesso istante che inizia a parlare, si sente la sua voce che, sbattendo dei fogli sulla scrivania le dice "che cosa le prende, non è così difficile, battere e rispondere al telefono", le parole ti si fermano in gola mentre una sberla centra il tuo culo. All'unisono ti sento pronunciare le sue stesse stesse parole, "mi dispiace". Passano interminabili attimi mentre rileggi quello che c'è scritto sul foglio. Nelle cuffie il silenzio assordante della scena. "Venga nel mio ufficio e porti quella lettera", le mie mani che carezzano il tuo corpo. In silenzio ascolti tutto il discorso della scena ed automaticamente esegui le stesse cose.
Poggi anche tu i polsi sulla tua scrivania ed inizi a leggere lentamente la "tua" lettera, "Gentile SngorE. le sono veramente grata di...". Nello stesso istante senti il suono nelle cuffie su una sberla che centra il culo di quella segretaria e contemporaneamente senti fremere il tuo corpo mentre un colpo secco e deciso ci centra il culo. la punta delle dita che centra il folto pelo che ricopre la tua figa gonfia. Dopo quel colpo alzi lo sguardo ed osservi la scena davanti ai tuoi occhi. Lei che si gira a guardare il suo capo. Anche tu giri il capo verso di me. Mi vedi sussurrare qualcosa e dalle cuffie senti quella voce che dice "continui"...
Attenta ascolti quello che senti nelle tue orecchie. "Signora Laura....legga", non più le parole pronunciate nel video, ma "Signora Laura... Legga" la tua mente ha ascoltato quelle parole. Ti rigiri e inizi a leggere quanto scritto sulla lettera. "........". Violento un nuovo colpo centra la carne nuda, un suono secco rimbomba per la stanza e rimbomba nella tua testa contemporaneamente al suono dello schiaffo che centra la segretaria.  Continui a leggere e quando pronunci la parola "segretaria" di nuovo vieni centrata da un colpo e mentre leggi, all'unisono con i colpi del video arrivano schiaffi che arrossano le tue natiche nude. Per alcuni istanti resti senza parlare mentre cerchi di riprendere fiato. Hai letto tutto quello che era scritto sul tuo foglio. Rialzi lo sguardo e i tuoi occhi incrociano quelli della protagonista. Io resto in silenzi dietro di te, le mani che lisciano il tuo culo, che ne assorbono il calore. Sento il tuo profumo di femmina riempire la stanza. "La legga di nuovo" senti pronunciare e senza che dica nulla, chini di nuovo lo sguardo sul foglio e riprendi a leggere. Adesso i colpi si susseguono rapidi, uno dietro l'altro ed anche tu inizi a mugulare ogni volta che il tuo fondo schiena viene centrato da uno schiaffo ben assestato. Anche tu fatichi a leggere quello che c'è sul foglio, sempre più presa del piacere di ricevere quei colpi finché pure io, esausto mi chino su di te e mi poggio alla scrivania carezzando il dorso delle tue mani. Senti in calore che i miei palmi sprigionano, le tue dita che cercano le mie. Il video oramai è finito ma senti la punta del mio sesso premere contro il tuo. lentamente poggi il tuo viso sulle tue mani mentre lentamente la cappella scorre lungo il solco del tuo sesso umido. Gocce del tuo piacere colano attraverso il riccioli neri lungo le tue cosce miste alla mia voglia di te. Lentamente chiudi gli occhi e ti lasci andare. Sento il tuo corpo spingere verso di me. Spingo con forza il mio sesso turgido dentro di te, lo sento affondare nel tuo caldo corpo. Gli umori copiosi facilitano la sua avanzata, di colpo riempio tutto il tuo ventre, sento le palle sbattere contro il crespo cespuglio. "Ahhhhhhh", mugoli mentre le tue unghie affondano nella mia mano. Un dolore lancinante percorre il mio braccio mentre le tue unghie lacerano la mia pelle. Comincio a scoparti con forza, vedo il video ballare davanti a me. Una cartelletta con dei fogli cade di colpo mentre ti scopo con forza, mi assecondi e cerchi a tua volta la veemenza dei colpi. Di tanto in tanto oscilli col bacino per sentire ancor di più quel corpo caldo e nodoso che ti riempie le viscere. Suoni gutturali, incomprensibili, versi primordiali che desrivono la passione che c'è.  L'atmosfera è incandescente il quella stanza, un caldo palpabile, nelle marici odore di sesso, il tuo profumo riempie l'aria. Porti una mano dieetro la tua schiena cercando il mio corpo. Mi afferri per un fianco tirandomi a te, il mio mebro penetra a fondo del tuo sesso, sento i tuoi muscoli contrarsi ritmicamente, quasi a stringerlo a se.
Mi fermo, immobile dentro di te, voglio gustarmi il tuo piacere, appena ti rilassi riprendo lentamente a muovermi. Lentamente aumento il ritmo e la forza con cui ti prendo. Il tempo intorno a noi sembra essersi fermato mentre sul video continuano a scorrere le scene di Secretary. Ad ogni schiaffo che lei riceve tu stringi le cosce come se a riceverlo fossi stata tu provando e provocandomi ondate di piacere. le mie mani corrono lungo la tua schiena, carezzano il tuo corpo morbido. Sento che l'orgasmo sta per arrivare. Mi fermo mentre il mio cazza pulsa, affogando nei tuoi umori. Senti la cappella gonfia mentre cerco di contenere l'ondata di piacere che mi sta prendendo. "Noooo, ti prego, non venirmi dentro, ti scongiuro" piagnucoli mentre allunghi entrambe le mani all'indietro per allontanarmi da te.
Esco dal tuo corpo caldo e voglioso, ma non deve finire così e tu lo sai. Ti prendo per i capelli e ti giro facendoti inginocchiare davanti a me. La tua faccia è a poci cehtimetri dal mio sesso, lo vedi vibrare davanti a te. In silenzio ti osservo senza profferir parola. Lentamente allunghi una mano ed inizi dolcemente a massaggiare le mie palle, sento le tue dita lunghe scorrere per poi afferrare il cazzo. Il tuo sguardo si alza a cercare i miei occhi, ti sorrido mentre tu schiudi lentamente la bocca e fai comparire la tua lingua. La sento sfiorare il mio turgido memnbro. Quando chiudo gli occhi tu abbassi olo sguardo prendendo possesso, con la tua calda bocca, di quelloggetto di piacere. Sento il calore calore avvolgere l'asta mentre la cappella penetra a fondo dentro la tua bocca. Le mie mani sulla tua testa a spingerla a fondo. Sento il mio membro entrare completamente nella tua bocca, un conato di vomito per un istante ti fa fermare ritraendo leggermete la testa all'indietro. Non te lo consento, ti faccio abituare per qualche istante, sento il tuo respiro profondo e ritmico mentre lentamente cerchi di incoiare tutto il mio cazzo.
Le tue labbra arrivano fino alla base del cazzo mentre con una mano riprendi a massaggiarmi le palle. Un rivolo di saliva cola giù dalla tua bocca, la tua lingua a fatica riesce a muoversi nella bocca piena. Lentamente inizi ad andare su e giù mentre muovi rapida la lingua. Senti il mio menmbro vibrase sempre di più, oramai sto per venire.
"Tira fuori la lingua puttanella" ti dico mentre ti tiro via dal tuo oggetto di piacere.
Ubbidiente esegu l'ordine e, quando il cazzo è completamente fuoriuscito dalla tua bocca, tiri fuori la linga. Poggio la cappella sulla tua lingua, che rapida inizia a stimolarla solleticandola alla base della cappella.
"Stroonnnnzzaaaaa, vengo! ggggrrrrrrrrrrrr, sei una magnifica troia, la MIA magnifica troia" dico a denti stretti mentre stringendo con forza il cazzo faccio colare gocce di sperma sulla tua lingua che avida inizia ad ingoiare. ti lascio ingoiare ogni goccia di piacere, finoa  venire del tutto. La tua bocca di richiude di nuovo intorno al mio cazzo che lentamente perde di consistenza. Ti afferrro nuovamente per i capelli eti faccio alzare in piedi. Hai ancora le calze tirate giù e un rivolo di umori che ti cola lungo le cosce nude.
Ti giri a guardare l'orario, "cazzzoooo, tra meno di cinque minuti i miei colleghi inizieranno  ad arrivare in ufficio.  Veloce ti risistemi mentre faccio altrettanto anche io. Mentre ti sistemi la gonna rimango a fissarti, ti sento sussurrare a bassa voce "sei un grandissimo stronzo, lo sai che così mi fai perdere la testa". Quel sorriso scoppia in una sonora risata. Ti tiro a me e, fissandoti negli occhi ti bacio, un bacio profondo. Mi assecondi chinando la testa all'indietro.
Stacco le mie labbra delle tue e senza dire nulla mi giro e vado via.
Sento i tuoi occhi su di me mentre lasco la tua stanza.
Le mie dita sfiorano le mie labbra, quasi a rubare quel tuo bacio che finalmente è arrivato.
Quel bacio che tu rifiuti sempre ma che io con forza ed insistenza ho voluto.
Perchè io di te voglio tutto.
La tua mente ed il tuo corpo.
La tua testa e le tue parole, tutti i tuoi pensieri.
Pure la tua anima.

venerdì 4 novembre 2011

Sei Mia

Immersa nei tuoi pensieri,
ricordi di eccitanti giochi vissuti con il tuo Signore,
immagini che ritornano alla mente come in un film noir,
emozioni che fanno palpitare il tuo corpo,
tra le mani un lieve velo che ti ricorda chi sei
 
 
 
 
 
 
Lentamente la stanza si riempie di luce,
Il tuo Signore è lì, seduto in silenzio.
Osserva ogni tuo gesto, ogni tuo fremito.
 
 
 
 
 
 
 
"Laura..."
La sua voce ti chiama, con voce bassa e calda.
"Si mio Signore...",
il tuo respiro tranquillo, guardi fuori dalla finestra,
la lingua che bagna le labbra carnose,
lentamente si muove nella penombra la tua mano.
 
 
 
 
 
 
Stoffa che cade in un suono ovattato,
"Sono tua..." sussurri a voce bassa.
"Sei mia" è la mia risposta
 

venerdì 14 ottobre 2011

"Sei mia... e lo sai!"

Il suono assordante, rende tutto ovattato,
mentre le luci sferzano le nostre immagini.
Fa caldo in questo luogo affollato di corpi,
ti guardo, sei di fronte a me,
le labbra appena schiuse,
la musica ti martella la mente.
Ti muovi appena al suo ritmo infernale.
Un attimo, un solo istante e..
il nostro sguardo si incorcia.
La mia mano sale verso il tio ventre,
mi lasci fare,
scorre trai i tuoi seni,
intorno a noi tutto scompare.
Le mie dita scorrono lungo la tua gola,
chini la testa all'indietro
lasciandoti andare a quel piacevole contatto.
"Sei mia... e lo sai!"

giovedì 6 ottobre 2011

Esibirti

Mi fermo sotto l'ufficio, aspetto che tu esca. Sono quasi le cinque del pomeriggio ormai.
Impaziente picchietto sullo sterzo mentre vedo i primi impiegati uscire.
In mezzo a quella folla non sarà facile. Passa qualche minuto, quando con passo svelto ti vedo incamminarti verso la fermata del bus.
In mano hai già il telefonino, probabilmente stai parlando con tuo marito.
Scendo dall'auto e rapido ti raggiungo, "Ehi, Laura Olga, ciao, ti va un aperitivo?"
Ti giri, lo sguardo un po' contrariato, "c-ciao", subito ti guardi intorno mentre io ti bacio sul collo, "no, ti prego ci sono le mie colleghe in giro, quelle sono delle vipere".
Ti sorrido e ti prendo per mano, la ritrai giusto in tempo, ti incrocia una collega.
"Ciao Laura, buona serata", ricambi il saluto mentre io passandoti al fianco ti sussurro "seguimi"...
Mi avvio senza girarmi, il longue bar è ad un solo isolato da qui.
Lo raggiungo in pochi minuti e mi vado a sedere ad un tavolo posto in un angolo, ai tue lati le vetrine che danno sulla strada.
Aspetto, arriva un giovane cameriere, "prende qualcosa?", lo guardo calmo, "aspetto una persona" dico girandomi verso l'ingresso luminoso.
Passa un minuto o poco più, ti vedo entrare e fermarti, lì, all'ingresso.
Ti guardi intorno e mi cerchi. Avanzi verso di me, viso basso, sei molto bella con quella gonna poco sopra il ginocchio.
Ti siedi di fronte a me "eccomi, cosa vuoi" mi dici con tono di sfida. La mia risposta è secca, decisa. "ESIBIRTI"....
Ritorna il cameriere, e guarda di sottecchi nella tua scollatura. Imbarazzata ti copri con una mano, ma i capezzoli fanno bella mostra di se sotto la stoffa.
Ordinino uno spritz per tutti e due ed il ragazzo si allontana rapidamente.
Mi avvicino a te e ti dico, "togli le mutandine". Mi guardi stupita, "Adesso?" dici tenendo lo sguardo basso.
"Si" è la mia risposta. Ti alzi per andare in bagno ma la mia mano ti ferma. "Dove vai? Non ti ho detto di toglierle in bagno. Toglile adesso. QUI!".
Rimani immobile, "m-ma..." ti faccio risedere, "ma c'è gente, no ti prego, non qui!"
Ti fisso senza cambiare espressione del viso e , avvicinandomi a te "chiudi leggermente le cosce".
Esegui senza dire nulla. Tutto intorno è un via vai di persone che vanno e vengono, rumore di tazze e bicchieri. Un indistinto vocio.
Le mie mani si allungano lungo le tue cosce e scivolano sotto la tua gonna.
Raggiungo l'elastico delle mutandine e lentamente inizio a tirarle giù.
Non è facile mentre sei seduta ma ti alzi impercettibilmente.
Il tempo di far scorrere lo slip che inesorabile scorre verso le ginocchia.
Appena superata la curva le faccio scendere verso il basso chinandomi su di te e baciando le tue cosce. Profumi di femmina. Come sempre
Alzi alternativamente i piedi e mi permetti di sfilarti completamente lo slip.
Proprio mentre arriva il giovanotto con i due aperitivi.
"Sono 5 euro" dice il giovane posando i due bicchieri ed una ciotolina con dei Salatini.
Accanto poggia lo scontrino e rimane in attesa. Prendo dalla tasca i 5 euro e li poso sul tavolino.
Sopra i tuoi slip. La banconota fa bella mostra di se proprio sul tassello umido dei tuoi umori.
Guardo la faccia esterefatta del giovane cameriere mentre tu rimani col capo abbassato.
Senti il mio sguardo su di te e a tua volta mi fissi. Sorrido guardandoti e senza distogliere gli occhi dai tuoi dico al ragazzo.
"Tenga pure il resto". Ti giri verso il tavolo e vedi il ragazzo afferrare i soldi insieme al tuo slip ed andare via sorridendo.

martedì 27 settembre 2011

Buongiorno

La notte è trascorsa tranquilla,
troppo tranquilla per me.
Le corde son rimaste al loro posto,
non hanno avuto nulla da stringere.
Il frustino è ancora li, appeso al suo chiodo,
Non ha trovato il tuo corpo da carezzare.
Nella stanza orode asettico di biancheria appena lavata.
Dalla finestra socchiusa la fresca aria autunnale si fa sentire
sulla pelle nuda.
Mi giro verso l'altro cuscino,
allungo la mano ma non ci sei,
tra le dita solo i ricordi del tuo caldo culo,
del tuo morbido seno.

Buongiorno alla puttanella che non c'è.

Buongiorno "ComeTuMiVuoi"

domenica 28 agosto 2011

Odore di Mosto

Rimani sorpresa quando arriva quel messaggio sul tuo cellulare, "stasera fatti bella. Preparati che si esce, vengo a prenderti alle 19.00.  IlPadroneDiLaura.".
Sapevo che Oliver non ci sarebbe stato questo fine settimana ed ho approfittato per farti una sorpresa, non sai cosa ti aspetta, non immagini cosa possa accadere.
La giornata in ufficio scorre nervosamente, i colleghi con le loro, solite battutine, coi loro doppi sensi, e le colleghe acide che sanno solo spettegolare.
Ti chiudi in te stessa e non parli quasi con nessuno tutta la giornata, la tua mente è rivolta ad altro.
"Cosa ha organizzato quel bastardo, cosa mi combinerà questa volta?", cerchi di non pensarci ma non ci riesci, appena ti fermi per un istante ecco che quei pensieri ritornano.
"Fatti bella ha scritto" rivedi nella tua memoria tutto l'intimo che hai, cerchi di immaginare quale sia il più adatto per questa serata a sorpresa.
"E se indosso il perizoma fetish in pelle? Nooo, troppo eccessivo, certo che è proprio stronzo, manco un riferimento al tipo di serata mi aspetta! Uffa!",
Sbatti il faldone coi documenti sulla scrivania, un tonfo che fa giare tutti i tuoi colleghi. Nemmeno ci fai caso ma nella stanza cala un silenzio tombale.
La giornata bigia e fredda completa il quadro, tutto sembra rabbuiarsi intorno a te, il tuo unico pensiero adesso e andare via da quel posto.
Nessuno ti rivolge la parola per il resto della giornata, tutti oggi parlano sotto voce. Da quando hai avuto quelle mansioni di responsabilità, tutti ti temono e,
conoscendo i tuoi sbalzi di umore sanno che oggi non è giornata.
Solo una collega, con modi gentili, mentre ancora sei dietro tutte le scartoffie che che ingombrano la tua scrivania, ha il coraggio di avvicinarsi e ti porge un caffè fumante, "tieni Laura, oggi un caffè ci vuole proprio!", ti giri verso di lei, ti sorride e tu ricambi con gentilezza, "si grazie, mi ci vuole proprio", ma subito dopo ritorni nel tuo silenzio.
"Metto il brasiliano in pizzo nero, senza reggiseno, il corpetto che mi regalò per quella festa in villa andrà più che bene, la gonna corta, sopra il ginocchio e le Dior nere."
Per un attimo sorrivi, "voglio proprio vedere la faccia che fa quando mi vedrà vestita cosi sotto il soprabito lungo, e stasera voglio proprio farlo ingelosire, così vedrà di cosa è capace <<la sua puttanella>>".
Vorresti che il tempo fuggisse via per uscire da questo ufficio che ti sta diventando stretto.
Per sfortuna, o forse per fortuna, in ufficio ci son tante cosa da fare, tante cose da vedere. Non hai più tempo per pensare alla serata e quasi dimentica ti butti a capofitto nel lavoro.
Solo quando ti rendi conto che la giornata lavorativa è giunta al termine ti ricordi dell'appuntamento. Corri via dall'uffico, non vuoi far tardi all'appuntamento, "ciao, scappo ci si vede lunedì".
Afferri la borsa e ci butti alla rinfusa tutte le tue cose. Ti alzi e scappi via senza badare ai colleghi che ti guardano sbigottiti fuggire via.
Percorri in fretta il tragitto che ti separa dalla fermata del bus, già altre persone sono in attesa della corriera.
Impaziente aspetti insieme agli altri, passano alcuni autobus ma non fanno per te. Con impazienza guardi l'orologio, il tempo scorre via e tu non vedi l'ora di arrivare a casa.
Da lonatno vedi arrivare il bus della linea 16, "andrà bene lo stesso, in 5 minuti sarò a casa".
Appena si ferma ti fiondi nell'autobus e ti accomodi in un posto libero accanto al finestrino.  Intorno a te altre donne che sembrano or ora uscite dal proprio ufficio.
Così come gli altri passeggeri, presa da i tuoi pensieri guardi gli edifici scorrere via in attesa della fermata dove scenderai.
"Ecco ci siamo", ti prepari per tempo e, giunta alla fermata, rapida, scendi e percorri quasi di corsa via S.Francesco, il suono dei tacchi rimbomba sul selciato mentre ti avvicini a piazza delle Erbe.
Fatichi a passare veloce nella moltitudine di gente che già affolla la piazza, appena svolti l'angolo, quel frastuono scompare alle tue spalle e rapida ti avvii verso casa.
Tuo marito già è andato via, stasera usciva a far scorribande con gli amici. Sono già le sei passate, inizia a spogliarti direttamente nel corridoio, i tuoi abiti volano qua e la per la stanza.
Arrivi mezza nuda in bagno,due rapidi movimenti ed il tuo intimo vola via. Ti fiondi sotto la doccia, dopo penserai a cosa indossare.
Il caldo getto d'acqua fa sciogliere tutte le tue tensioni, ti lasci dolcemente coccolare da quel tepore, quel contatto ti fa immaginare mani scorrere sul tuo corpo. Le tue mani carezzano il tuo seno e, quasi subito, i tuoi capezzoli diventano turgidi, il contatto con la spugna, labbra che ti baciano.
Lentamente la tua mano scende tra le tue cosce, le dita che si insinuano tra i neri riccioli, scorrono tra le pieghe del tuo fiore alla ricerca del piacere.
Per lunghi istanti rimani con gli occhi chiusi, l'acqua che copiosa scorre mentre ti masturbi poggiata alla parete.
Fremiti percorrono la tua schiena, quasi a scuoterti. Apri gli occhi e, con un incredibile sforzo, ti fermi, sei a gambe aperte, le dita nella figa, "basta Laura, basta. Che cavolo stai combinando!" vissi le manopole dell'acqua davanti a te e ti imponi di aprire l'acqua fredda.
Un getto gelato ti colpisce in pieno "ahhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!", ti fa ritornare in te.
Esci di corsa dalla doccia e con addosso il caldo accappatoio vai in camera a vestirti.
Mentre finisci di asciugarti inizia prendere l'intimo. Adesso lo slip di pizzo nero fa bella mostra di se sul letto insieme al  reggiseno coordinato.
Nuda apri l'armadio e cerchi in alcune scatole, per fortuna Oliver non si prende mai la briga di andare a vedere cosa c'è negli scatoloni riposti nell'armadio.
Tiri fuori una busta e da questa un'altra scatola. Ne tiri fuori una corta gonna in pelle nera, ed un corpetto, ricordo di una notte folle che lui ti ha fatto vivere, consacrandoti come la sua puttanella.
Prendi il corpetto tra le mani e, girandoti verso lo specchio, ti guardi  mentre fai finta di averlo addosso.
"Noooo, scoppierei stretta in questo coso, e poi se lo indosso non posso mettere il reggiseno, via. Scartato" e lo riponi con cura.
Scegli invece un piccolo top che fascia i tuoi fianchi e, con il reggiseno accentua ancor di più il tuo florido decolletè.
Prendi una maglia con un'ampia scollatura e con le maniche ad ali di pipistrello, di quelle che lasciano poco spazio all'immaginazione, "sssi! Questa va bene".
Alcune gocce di profumo ad impreziosire il tuo corpo nudo ed inizia lentamente a vestirti, guardandoti continuamente nello specchio.
Tutti i tuoi movimenti sembrano essere parte di un copione perfettamente scritto.
Lisci le tue lunghe gambe mentre ti pepari ad indossare le calze, ti giri per verificare che la riga sia perfettamente dritta lungo tutta la gamba.
Con cura sistemi il reggicalze e lo fissi alle calze, un ultimo sguardo e lentamente infili lo slip nero. Il pizzo carezza come un guanto una mano il tuo ventre.
Di nuovo ti guardi allo specchio prestando attenzione a che la stoffa risulti simmetrica sul tuo culo. "Ecco, perfetto!". Sorridi mentre ti riguardi.
Finisci di vestirti con cura terminando con le scarpe con l'enorme tacco che piace pure ad Oliver, "ti fanno proprio troia" ti dice sempre quando le indossi.
Oramai è giunta l'ora, metti le ultime cose in borsa e, prima di scendere fai una chiamata ad Oliver, per rassicurarlo e non avere problemi.
"cazzo, dovevo scendere già dieci minuti fa, meglio che scenda, si incazza sempre se lo faccio aspettare troppo" e trafelata esci di casa indossando il soprabito lungo.
In giro tra le scale non c'è nessuno, "meglio così, meno occhi ci sono in giro meglio è" pensi tra te e te mentre inizi rapida a scendere le scale.
Arrivo all'appuntamento con 10 minuti di anticipo, sempre problematico parcheggiare dalla tue parti, mi tocca aspettare che un furgone mi lasci il posto,
per fortuna l'autista stava già chiudendo il vano merci quando l'ho visto. Rimango per un minuto dietro di lui con le frecce che lampeggiano aspettando che esca.
Solito via vai di gente che si reca a piazza delle Erbe, per il rito dell'aperitivo. Il tempo passa, per fortuna un fretta e, quando ti riconosco, barcollante con quegli alti trampoli sul selciato sconnesso, sorrido.
Un ragazzo cammina mano nella mano con la sua ragazza, quando li incroci, ancheggiando sui quei tacchi vertiginosi, lui si gira a guardarti il culo seppure sia coperto dal lungo spolverino, esclama "che culo". La ragazza lo guarda torva in viso, "che quella troia che non ho io e gli molli un sonoro ceffone facendo girare tutte la gente che, adesso, si ritrova a guardare dalla tua parte. Rossa in viso inizia quasi a correre verso la mia auto. 
Appena arrivi alla macchina abbasso il vetro del finestrino e "alla buon ora. Potevi ritardare pure altri 10 minuto, no?", mi guardi imbronciata, sapevi che non avrei ammesso che facessi ritardo.
"Scusa (che stronzo che sei), non si ripeterà più. Lo prometto (bastardo)!" e sorridente, prima di entrare in macchina apri il lungo soprabito per farmi vedere come sei vestita.
Per un istante ti guardo, poi scoppio in una fragorosa risata. Mi guardi sgomenta, mentre ti apro la portiera dell'auto, non capendo il motivo di questa mia irrefrenabile ilarità.
Ti siedi e ti ricopri le gambe sbuffando "(ufff, che avrò fatto adesso. Mi ha detto preparati, che cosa avrò mai sbagliato!". indossi la cintura e in silenzio incroci le braccia senza degnarmi di uno sguardo.
Per me la scena è ancor più comica e continuo a ridere, "Sei bellissima vestita così, non ti preoccupare, farai davvero un figurone" e parto quasi sgommando.
Ci vorrà circa mezz'ora per arrivare alla nostra meta e tu rimani quasi tutto il tempo in silenzio.
Lentamente, percorriamo via S.Martino e Solferino, la gente ancora per strada intenta allo shopping, distratta la guardi sotto i porticati che fiancheggiano la strada assorta nei tuoi pensieri. Donne anziane che lentamente rientrano a casa con le buste della spesa e ragazzine che parlano rumorosamente tra loro sempre con le cuffiette alle orecchie. Continui a rimuginare su cosa hai fatto di sbagliato, ti sento sussurrare sotto voce, "sei uno stronzo", mi giro verso di te e con il dorso della mano carezzo il tuo viso, "dai, sei bellissima così, e lo sai", scendo giù con la mano e la infilo sotto il soprabito carezzando il tuo morbido seno e  scoprendoti le cosce, mentre son fermo per far passare tre vecchietti che animatamente discutono tra di loro non accorgendosi quasi di noi.
Passiamo per piazza del Duomo che è già tutta illuminata e svoltiamo imbocchiamo le varie viuzze che ci fanno uscire dal centro.
Fino ad ora sei rimasta nascosta nel tuo soprabito, timorosa di incrociare chi potesse riconoscerti.
Solo adesso che siamo lontani dalle tue zone sembri rinascere mettendoti maggiormente a tuo agio, sei più distesa e, rilassata, ti vedo schiudere le cosce per la prima volta.
Un sospiro si sollievo gonfia il tuo petto mettendo ancor di più in risalto le tue forme statuarie mentre passiamo per il lungo viale alberato di via dei Colli.
Imbocco la via Euganea e d usciamo da Padova dirigendoci in collina, "Allora, do ve mi porti stasera.... Padrone?" mi chiedi sorridendo per la prima volta e baciandomi sul collo mentre guido.
Per un istante mi giro verso di te e serio ti dico "A Teolo, da un mio amico che ha un'azienda agricola.", per alcuni  a vendemmiare", e scoppio di nuovo a ridere.
Arrivati in Piazza Tito Livio fermo l'auto e scendiamo.
Non ci sono tanti turisti che si presentano da queste parti e quando ti vedono camminare ancheggiando tutti ti notano e, i ragazzi del posto, iniziano a fare commetti ed apprezzamenti tra di loro.
Sahib già ci aspettava vicino al fuoristrada, Marco mi aveva avvisato che avrebbe mandato il suo fattore.
Sapeva che dovevano arrivare due amici del suo padrone. Quando mi vede mi saluta con un grande sorrio, "buonasera signor Enrico" e corre a stringermi la mano.
Solo in quel momento ti scorge e per poco non ci rimane secco. Mentre avanzi il tuo soprabito si apre e scopre le tue lunghe gambe. La gonna cortissima fa, poi, il resto. Rimane ammutolito mentre ti guarda imbambolato.
"Sahib... ti presento Laura", il giovane cingalese timidamente allunga la mano per salutarti, "buona sera signor Laura" e delicatamente stringe la tua.
Abbassi la testa, timorosa e rispondi al saluto, "s-sera".
Ci incamminiamo verso il grosso fuoristrada, Sahib non riesce a staccare gli occhi da te. Quando ci accomodiamo in macchina, Sahib inizia a parlare in inglese, gli rispondo e chiedo ridendo "Sahib, do you like my little bitch?", vedo i suoi occhi fissarmi e subito dopo mette a posto lo specchietto retrovisore mentre la mia mano scivola tra le tue cosce. Imbarazzatissima ti nascondi, e mi sussurri all'orecchio "no, ti prego, ci può vedere". Rimango a fissarti mentre lo dici, sfilo ma mano dalle tue cosce ma ti faccio rimanere ha cosce aperte, Sahib adesso dallo specchietto vede chiaramente l'intimo che indossi.
"Hey, did you see that beautiful legs have Laura, she's a really slut, my wonderful slut!". Sorride Sahib, sorride e non dice nulla.
Il fuoristrada si infila a fatica per le stradine del paese, solo quando ne usciamo e ci addentriamo nelle stradine di campagna mostra la sua capacità a inerpicarsi per le vie scoscese e sterrate, ti mantieni alla meglio mentre il mezzo ti sballonzola qua e la.
Per fortuna il percorso è breve e dopo qualche curva si infila in un viale alberato. il viale è illuminato da lampade a petrolio che rischiarano le zone circostanti con luce tremolante, rendendo l'atmosfera vagamente retrò ma molto affascinante. Sembra proprio di tornare indietro nel tempo. In fondo al viale si vede la sagoma di un grosso casale di campagna davvero ben tenuto, parte della facciata risulta coperta da una enorme pianta di edera  mentre dall'interno luci illuminano le finestre. Qua e la si notano sulle pareti attrezzi da lavoro antichi.
Sahib ferma il grosso fuoristrada al lato della enorme casa colonica e, scendendo ci invita a seguirlo, "padron Marco è nella stalla,  stasera c'è la monta delle giumente". Scendiamo e seguiamo il giovane pakistano, sul selciato i nostri passi rimbombano mentre dal fondo della stalla si sente un forte nitrire di cavalli. Tu hai difficoltà a camminare sul pietriccio che tappezza l'aia mentre, barcollando, cammini sugli alti tacchi. Cerchi ti tenere l'equilibrio meglio che puoi, più di una volta hai rischiato di slogarti una caviglia mentre con passo incerto mi segui tenendomi per mano. L'aria fresca e pungente della serata e quel vestitino cortissimo non ti aiuta certamente in questa situazione. I tuoi capezzoli già sono ritti sotto il corpetto in pizzo che fascia i tuoi morbidi fianchi, non c'è nessuna possibilità che non si notino.
Quando Sahib entra nella stalla, seguito da noi, richiama l'attenzione del fattore che girandosi ci vede sulla porta. Sorride, un sorriso a 32 denti quando scorge te al mio fianco. Ci saluta con un "ciao, finalmente sei venuto a trovarmi con la tua mitica Laura"  mentre ci viene incontro, mi stringe con vigore la mano mentre ti presento a lui, "ecco la mia puttanella, ti avevo detto che sarebbe venuta", e rivolgendomi a te, "vuoi ancora tenere questo soprabito? Non vuoi far vedere come sei fatta? Forza gira su te stessa, puttanella", mentre dico queste cose ti aiuto a sfilare il soprabito. La stalla è illuminata da potenti lampade e tutte le persone presenti hanno gli occhi puntati su di te. Vestita con quella corta gonna e quel corpetto che ti stringe quasi a far scoppiare fuori i tuoi seni vorresti scomparire, tutti quegli occhi addosso sembrano spogliarti, ti senti nuda di vonte a loro. Ti fai rossa e abbassi la testa, una mano cerca di tirare giù più che puoi la gonna e l'altra a coprire i decollete, un brivido ti percorre la schiena ed i capezzoli si rizzano ancor di più.
Ti prendo per la mano e ti faccio fare un giro su te stessa, senza opporre resistenza esegui. Adesso tutti ti hanno vista da tutti i lati, hanno visto le tue cosce tornite, il tuo splendido seno e quel magnifico culo che hai.
"Avevi ragione, è proprio una gran figa la tua Laura" e dicendolo ti prende per mano accennando un baciamano.
Finite le presentazioni, Marco ci invita a seguirlo vicino ai cavalli. Due cavalle sono legate ad una staccionata mentre un fattore tiene per le redini uno splendido cavallo, un imponente frisone dal mantello nero lucente. sei è un pò spaventata dall'imponente animale e ti tiene stretta a me, mentre la bestia freme, le forge che si aprono ad annusare l'aria, gli zoccoli, rivestiti dal caratteristico fiocco, scalpitano con veemenza. Lo stallone sente che le giumente son pronte.
Quando passiamo al suo fianco non puoi far a meno di guardare l'enorme membro dell'animale che, muovendosi e pulsando, arriva quasi a toccar terra.
quando raggiungiamo la nostra posizione Marco indica ai suoi uomini che la monta può iniziare.
Il grosso cavallo viene, di fatto avvicinato alla prima cavalla e, ne annusa il sesso, le labbra si scoprono e, in un fragoroso nitrito mostra i denti mentre già cerca di montare addosso alla femmina. Non riesci a staccare gli occhi dal membro dell'animale, lo guardi stringendoti a me, sento il tuo corpo premere contro il mio, sento il tuo calore.
Quando vedi scomparire il membro del cavallo nel corpo della giumenta un fremito percorre il tuo corpo, sento distintamente i tuoi capezzoli ritti premere sulla mia schiena.
Sei dietro di me, quasi ti nascondi, sento affannoso il tuo respiro mentre nell'aria si elevano forti i nitriti degli animali. La mia mano scivola dietro di me e cerca il tuo sesso. Si insinua tra le tue cosce, per alcuni istanti resisti alla mia mano, ma un pizzicotto ti fa desistere e lentamente allarghi leggermente le cosce. Sai che ci sono altre persone intorno, Marco e davanti a me e non può vedere cosa accade ma Sahib è dietro di noi e può vedere tutto ciò che succede.
Le mie dita scivolano sotto la stoffa dello slip, cercano la tua figa. E' già umida, le dita che giocano per qualche istante con i riccioli per poi infilarsi nelle pieghe della tua carne, e, aiutante dai tuoi abbondanti umori, scivolano facilmente dentro di te. Cerco il tuo clitoride e inizio a stuzzicarlo facendoti eccitare ancor di più. Inizi a muovere il bacino in cerca di piacere mentre guardi ancora quegli animali in un atto sessuale.
Hai allargato ancor di più le cosce e inizia d inarcare la schiena, la tua corta gonna sale e scopre il tuo culo, un bacio mi raggiunge sul collo, "cof-cof" Sahib alle tue spalle accenna un colpo di tosse, a quel suono sobbalzi, con delicatezza scosti la mia mano dal mezzo delle tue cosce. "C'è, il pachistano qua dietro, smettila. Che figura mi fai fare", sussurri al mio orecchio. Io mi giro lentamente e fisso Sahib che sorride guardando il tuo culo scoperto.
Rido verso di lui e, leccandoti sul collo, sempre guardando il ragazzo ti dico "copri il culo, puttanella". Ti fai rossa in viso e tiri già repentinamente il lembo di  gonna che teneva scoperto il tuo culo.
Ti sposti e ti metti davanti a me per nasconderti da Sahib, per un po sembri tranquilla e calma, non può più vederti con quegli occhi neri e profondi.
Guardi, quasi ipnotizzata il frenetico muoversi dello stallone che monta la cavalla, il lungo membro che, vibrando, sprofonda nel sesso della puledra. Rimani ferma, immobile, ma non io, la mia mano ti cinge un fianco. Ti tiro a me, senti la mia patta strusciare sul tuo culo, mi spingi con il braccio  e girando leggermente la testa verso di me mi implori di fermarmi, "no ti prego, ci vedono tutti" e ti rigiri scostandoti da me. Ti permetto di allontanarti un po da ma ma la mia mano ti cinge ancora, ora e sul tuo ventre, le dita che si insinuano nell'orlo della gonna. Sento il tuo ventre ritrarsi, "ti prego, mi sento osservata da tutti", la tua mano si posa sula mia per fermarmi. Marco che è poco più avanti a te, alla tua sinistra sente perfettamente le tue parole e si gira a guardarti. Quando senti che ritraggo le dita e le sfilo dalla gonna molli un po' la presa. Ti giri verso di lui quando senti uno dei fattori che ne richiama l'attenzione. Per alcuni istanti  rimanete a fissarvi negli occhi, riecco che un brivido, un fremito percorre la tua schiena, ti sei sentita nuda di fronte a quegli occhi che ti stanno squadrando. Non fai caso al mio movimento, la mia mano che sale. Sale sul corpetto e con una mossa delicata scopre un tuo seno mentre afferra l'altro stringendolo. I tuoi capezzoli si sono rizzati immediatamente, Marco fissa il tuo petto nudo e quella mano che stringe l'altro seno, e tu ora ti rendi conto di cosa stia a fissare ma non hai il tempo di reagire perchè Marco si è già girato, la monta della giumenta è terminata, un fiume di seme caldo ha inondato la cavalla ed ora lo stallone, nitrisce fragorosamente mentre fiotti di sperma continuano a fuoruscire dal membro ancora semi rigido.
"Ok ragazzi, continuate con la monta dell'altra cavalla. Sahib, andiamo nella cantina a vedere come procede la fermentazione del mosto", io lascio la presa mentre tu ricopri il seno scoperto cercando di ricomporti alla bell'e meglio. Marco si gira verso di noi e, rivolgendosi a te "Laura, posso chiamarti Laura, vero?", annuisci col capo dopo aver fissato me ed ave ricevuto un cenno di consenso da parte mia, Marco continua la sua frase, "Allora Laura, adesso si va a sentire l'odore del mosto, lo hai mai sentito? Vedrai che ti piacerà", "no, non l'ho mai sentito" rispondi con voce tramante, Mauro sorride e si incammina verso l'uscita della stalla. "Venite" aggiunge mentre ci fa cenno di seguirlo con la mano.
Appena mi muovo mi corri subito vicino e mi afferri per un braccio mentre seguo il mio amico. Dietro di noi, a debita distanza ci segue Sahib che non smette un istante di fissare il tuo culo.
Sento tutto il calore dei tuo corpo mentre ti aggrappi a me, mi giro verso di te e ti bacio sulle labbra, quel bacio alla sprovvista ti fa sorridere mentre, a pochi centimetri ci fissiamo negli occhi. Vedo in te l'eccitazione per la serata che sta nascendo.
Quando arriviamo all'ingresso della cantina Marco, facendoci strada nella semioscurità avvisa, "attenta ai gradini Laura, non sono regolari", e girandosi verso di te ti porge la mano per aiutarti a scendere, mi fissi per un istante e, "non ti preoccupare io ti staro vicino da dietro, così non ci sarà possibilità che tu cada" ti dico poggiando le mani sui tuoi fianchi.
Afferri la mano di Marco e inizi a scendere prestando attenzione ai passi che fai. Le scarpe con quegli alti tacchi non ti agevolano nella discesa e più di una volta  ho dovuto tenerti. Giunti in fondo alla scala, un forte odore di vino riempie l'aria, entriamo nell'ampio spazio che fa da cantina, le volte a padiglione sormontano le colonne che dividono le varie aree. Alle pareti in muratura grezza vari attrezzi. Tutto intorno grossi tini pieni di mosto nei quali si sente il ribollire dell'uva.
L'odore è dolciastro ed inebriante, i moscerini, in gran numero riempiono l'aria illuminata la fioche lampadine.
Marco si adopera a girare il mosto in un tino mentre con fare da maestro ti spiega "Il mosto o mosto d’uva è il prodotto liquido che si ricava dall'uva fresca o ammostata, cioè uva fresca pigiata, con o senza raspi, mediante pigiatura e sgrondatura o torchiatura. Devi sapere che il mosto è costituito dalla polpa, dalla buccia e da semi o vinaccioli. Il mosto viene utilizzato per la trasformazione in vino a mezzo della fermentazione operata dai lieviti o blastomiceti presenti in natura . Con la vinaccia, i graspi in pratica, si producono invece, per distillazione,  le acquaviti di vinaccia quali la grappa". Ascolti con attenzione tutto quello che dice mostrando curiosità, "finita la lezione?" aggiungo ridendo mentre mi affaccio su un tino colmo quasi fino all'orlo.
"L'ho imparata bene vero?" risponde Marco e poi aggiunge, quasi a scusarsi "Sai , vengono in visita pure delle scolaresche", mentre si avvicina ad un tino inclinato,  poggiato su un supporto di fortuna e per metà vuoto, al suo interno ancora del mosto oramai asciutto quasi completamente.
Mentre curioso per la cantina, ti porge un catino in legno, "Laura ti va di darmi una mano? Prendi questo e riempilo con i graspi che sono qua dentro", rimani imbambolata e sottovoce pronunci qualcosa, "dai, che fa se ti sporchi le mani, dopo sai su in camera e fai una doccia, non ti preoccupare".
Da lontano osservo la scena, tu che non sai cosa fare, cosa dire, Marco che ti allunga quel secchio in legno. "Dai, Laura dagli una mano" ti esorto con voce decisa. Al suono della mia voce, quasi fossi in trance subito afferri quel contenitore e titubante infili le mani nei graspi. Non te lo aspettavi ma senti il calore che esce da quella massa, un piacevole calore che ti dona una piacevole sensazione, visto il fresco che si sente in quella cantina.
Le mani sottili subito si colorano coi pigmenti dell'uva, e, chinandoti in avanti nel tino vieni investita dai fumi dell'alcool. Da lontano è uno spettacolo ammirarti, ogni volta che ti abbassi nel grosso tino il tuo culo si scopre e sia io sia marco e pure Sahib che è leggermente defilato, alla tua sinistra, godiamo della splendida visione, il piccolo slip che si infila tra le tue natiche che si aprono ogni volta che ti allunghi ad afferrare le vinacce.
All'inizio non fai caso alle nostre occhiate sul tuo fondo schiena ma quando te ne rendi conto cerchi, in maniera impacciata di ovviare, rendendo la tua situazione ancor più imbarazzante. Senza pensarci porti una mano dietro per verificare se sei a culo nudo e nel farlo, ovviamente, marchi il tuo didietro con un magnifico segno lilla, dimenticando di avere le mani intrise di succo. Scoppiamo in una fragorosa risata mentre, guardiamo il tuo seno che, nella veloce mossa è strabordato fuori dallo stretto corpetto. Sarà per i fumi dell'alcool, a cui non sei tanto abituata che l'ilarità prende pure te e, già mezza ubriaca, ma ridendoci su sbotti nei nostri confronti "porci! Uffa ecco cosa siete dei porci." e ti rigiri a raccogliere le restanti vinacce.
Marco più di una volta ti ha dovuto reggere per i fianchi mentre ti calavi interamente nel grosso recipiente, la sua faccia a pochi centimetri dal tuo culo nudo. "Ti ho detto che è una puttanella nata" è stato il mio commento rivolto a Marco che ti tirava su dal tino con presa sicura mentre tu, con sospiri ed eloquenti "uhhmmmmmmm", con relativo ancheggiare, mostravi di gradire.
Hai quasi completamente svuotato il tino e sei oramai ubriaca del tutto, per raccogliere gli ultimi graspi sei quasi completamente dentro il tino e non fai più caso ne ai seni che oramai  ballonzolano fuori nella loro intierezza, ne' alle chiappe che sono rimaste completamente scoperte.
Parli senza pensarci, "ma per chi mi avete presa, io non sono una puttanella, io sono una donna sposata", e scoppi in una risata mentre aggiungi "si, mi piace fare la puttanella, che c'è di male?" e di nuovo ridi continuando "io sono una signora perbene a cui piace tanto il cazzo del mio padrone", ridi mentre barcollando vieni verso di me, le tue bracci mi cingono il collo mentre in silenzio mi sorridi fissandomi dritto negli occhi. Son pochi istanti e poi il tuo corpo si appoggia a me.
"E' giunto il momento di uscire da qui, Laura è proprio partita, ha bisogno di un pò d'aria fresca e di una doccia ristoratrice" dico rivolgendomi a Marco.
Ti sorreggo mentre ti accompagno verso l'uscita, tu che ti appoggi a me affondando il tuo viso nella mia spalla ed aggrappandoti a me come ancora di salvezza.
Marco ci raggiunge quando siamo vicini alle scale e, nonostante lo spazio angusto mi da una mano a sorreggerti mentre saliamo. Il freddo autunnale della sera ornai divenuta notte  ti fa scuotere, brividi percorrono tutto il tuo corpo, l'abbigliamento succinto non ti da molto aiuto, ti copro con il mio giubbotto mentre ci incamminiamo verso l'ingresso dell'agriturismo che sia apre sotto uno splendido patio. Marco mi fa strada e ci conduce in una delle camere su al primo piano.
Arrivati in camera ti lascio cadere sul letto, Marco prende da un armadio degli asciugamani e me li porgi mentre mi avvio in bagno, "inizia a spogliarla, che le faccio fare un bagno" gli dico mentre apro il getto dell'acqua per riempire la grande vasca da bagno. In stanza ci raggiunge anche Sahib che porta il soprabito e la tua borsa che avevi rimasto in cantina.
Marco ammira il tuo corpo abbandonato languidamente sul letto, "posso spogliarla? Nuda?" mi chiede, mentre titubante non sa da dove incominciare. "Certo, nuda, mica possiamo farle fare un bagno vestita?" urlo dal bagno mentre lo scroscio dell'acqua fragorosamente rimbomba sulle nude pareti.
Solo a quel punto inizia a spogliarti, cominciando dalle scarpe, slacciando con delicatezza le chiusure. sorregge il tuo piede tenendoti la stretta caviglia e ammirando le tue lunghe cosce, la gonna oramai è tutta arrotolata sui tuoi fianchi e mostra tutte le tue grazie. Sei in uno stato confusionale ma sentire addosso quelle mani che toccano il tuo corpo ti piace, convinta che siano le mie mani a carezzarti, inizi a sospirare e ad agitarti mentre Marco, dopo averti tolto le scarpe ti sta sfilando la gonna. Oscenamente allarghi le cosce al suo cospetto quando, sfilata la gonna si appresta a toglierti le calze, i peli della figa, folti ma curati che fanno capolino ai lati del piccolo slip, "scopami, ho voglia" dici mentre senti quelle amni calde che sfilano i tuoi vestiti. Per un istante recuperi le forze e alzandoti sulla schiena tiri Marco a te baciandolo sulla bocca, mentre ancora ad occhi chiusi dici "Scopami, ti prego": Ti sento pronunciare quelle parole proprio mentre esco dal bagno e mentre sento squillare il tuo cellulare. Cerco il cellulare nella tua borsa, "che ti dicevo Marco, visto? E' proprio una magnifica puttanella" mentre vedo chi è che ti chiama, sul display un nome, "Oliver". Rispondo con calma, "Pronto, ciao Oliver", dall'altro capo la sua voce che che chiede, non sentendo la tua voce "Laura, dovè? Tutto tranquillo?". Mi giro verso di te, le mani di Marco sul tuo corpo, "tranquillo, tutto bene, in questo momento non può venire al telefono, ma ti confermo che è in buone mani. Ti faccio richiamare da lei. Ciao". Sorrido e riaggancio proprio mentre tu, sentendomi parlare apri gli occhi e ti vedi a pochi centimetri dal mio amico, mentre lui ti tiene tra le braccia per non farti ricadere all'indietro.
Rimani imbambolata, mentre continui a guardare Marco, che, delicatamente ti adagia di nuovo sul letto, copri il ventre seminudo con le mani e stringi le gambe, ti giri e vedi nella stanza c'è pure Sahib che in un angolo ti fissa in silenzio. Ti giri poi verso di me, mi vedi con la mano protesa che  ti chiamo, "Vieni stronza, hai finito di fare la puttanella con tutti? Forza che ti aspetta un bagno caldo". Ti alzi e, comprendo con un lenzuolo le tue grazie entri trafelata in bagno passando a testa china accanto a me. "scusami, credevo fossi tu" dici passandomi accanto. Ti sei coperta solo sul davanti mentre il tuo culo fa bella mostra di se, una sberla centra il tuo culo con ancora i segni delle tue mani sporche vi vinacce, "sciaff", un  suono secco, le tue chiappe che sobbalzano, "Ahiiii", schizzi in bagno veloce mentre ti seguo.
Marco e Sahib rimangono in stanza e parlano rta di loro della monta delle cavalle e della vendemmia mentre io finisco di spogliarti. Sei rimasta immobile, di fronte allo specchio, la testa bassa. Davanti a te il lenzuolo abbandonato ai tuoi piedi, scosto i tuoi capelli e ti bacio sul collo, mentre lascio cadere il toppino facendo scivolare le bretelline dalle tue spalle. Slaccio il reggiseno che cade, pure lui a terra, ai tuoi piedi, gemi per il contatto delle mie labbra sulla tua nuda pelle, nello specchio i tuoi capezzoli ritti, il tuo respiro profondo. Ti cingo il ventre mentre ti tiro a me, in silenzio ti lasci guidare, la mia mano che scende tra le tue cosce, si infila nello slip mentre l'altra carezza i  tuoi seni. Apri gli occhi e ti guardi allo specchio. Allarghi le cosce per facilitarmi, un mugolio di piacere esce dalle tue labbra socchiuse mentre le mie dita affondano nel tuo sesso. Inarchi la schiena quando le dita ti penetrano, sei bagnata, hai voglia, ma senti la testa scoppiare. Mi accorgo di questo dalla tua smorfia, questo non è il momento per farti godere, ora hai solo bisogno di un bagno caldo e risoratore. Mi stacco da te e, inginocchiandomi, il viso a pochi centimetri dal tuo corpo, dal tuo calore, dal tuo odore, dal tuo sapore di femmina, sflilo il tuo slip tirandolo giù.
Mi aiuti alzando alternativamente le gambe ma, poi, non fai nulla, rimani li ferma in attesa. Ti giro e, dopo un delicato bacio sulle labbra ti faccio entrare nella vasca. 
Il calore dell'acqua calda ti fa rilassare immediatamente, chiudi gli occhi e ti lasci andare, le mie mani iniziano a massaggiare la tua schiena, le dita che si soffermano sulle vertebre del collo, massaggiando la muscolatura contratta, "uuuhhhmmmm", il suo sospiro è eloquente mentre ti prendi le gambe tra le braccia quasi ad abbracciare tutta te stessa.
Ti lascio nel tepore dell'acqua che dolcemente ti coccola. torno nella stanza mentre tu cominci a lavarti, mi senti chiacchierare con Marco che si complineta per la "magnifica giumenta con cui mi sono accompagnato", i tuoi sensi si risvegliano e inizi ad ascoltare con attenzione i commenti su di te, "si, Marco, è una magnifica puledra, ma ancora non è doma, è sempre ribelle e si fatica a tenerla a freno, ma ti posso garantire che è una soddisfazione usare su di lei corde e frustino". Rimani ferma nel caldo abbraccio dell'acqua, "debbo dire", aggiunge Marco, "che ha un culo da sballo e delle tette niente male, con quei capezzoli tutti da strapazzare", ti guardi nello specchio di fronte e vedi i capezzoli che ritti fanno capolino tra la schiuma che ricopre il tuo corpo come un prezioso merletto.
"Per non parlare della sua bocca, e non immagini come è calda ed accogliente la sua figa, quando si lascia andare la sua figa pulsa  stringendosi intorno al cazzo che la fotte, dovresti provare, per non parlare poi del suo culo stretto-stretto! Una vera puttanella, mi fa godere pure nel solo guardarla mentre si  fa sbattere." "Dovresti provare, dovresti provare", quelle parole iniziano a insinuarti nella mente come un tarlo. "Figa calda ed accogliente, culo stretto, capezzoli, bocca. Una vera puttanella", un fuoco inizia a salire dal tuo ventre mentre senti la figa che inizia a pulsare vogliosa, "guardarla mentre si  fa sbattere", ti alzi dalla vasca e ne esci, "guardarla mentre si  fa sbattere", esci dal bagno vestita di sola schiuma, il tuo sguardo è lascivo e ti avvicini a me senza curarti degli altri due che sono nella stanza, per poco Sahib non sviene alla vista del tuo corpo nudo. La tua bocca e pochi centimetri dalla mia, mi baci lievemente sulle labbra, ti lascio fare incuriosito, mi baci sul collo ed avvicini le labbra al mio orecchio sussurrando, "guardarla mentre si  fa sbattere. Una vera puttanella, ora vedrai" e con una spinta mi getti sull poltrona. Non dico nulla e sto al gioco, "si, sei una puttanella, la MIA PUTTANELLA" (dico a denti stretti e girandoti verso Marco e Sahib, "è vostra stasera, divertitevi, è a vostra disposizione, vero Laura?". Un brivido ti percorre la schiena, volevi punirmi per quelle parole ma non immaginavi che ti avrei preso in contropiede. "VERO LAURA? Sciaff" una sberla centra il tuo culo umido facendo schizzare la schiuma che copre il tuo culo per la stanza. Il colpo ti sposta al centro della stanza, "fammi vedere quanto sei troia", la voce dura di fa capire che faccio sul serio, "s-si, subito, come vuoi", sussurri con voce tremante, mentre Sahib e e Marco rimangono in silenzio a guardarti, li, al centro della stanza mentre la schiuma lentamente scompare dal tuo corpo lasciandoti completamente nuda)
Mi ribaci di nuovo sulle labbra, un bacio, questa volta, appassionato e lungo, mentre inarchi la schiena ed inizi a sculettare. i scatto ti giri e sculettando vai verso Marco che, vedendoti andare verso di lui si alza imbarazzato. Gli inizi a girare intorno mentre lentamente gli sbottoni la camicia. Marco no sa che fare e continua a fissarmi, guardo il suo sentirsi impacciato di fronte alla tua intraprendenza, scoppio in una sonora risata mentre le tue mani scorrono sul suo petto nudo sotto la camicia, evidente nella patta la sua erezione. Continui a sculettare ed a strusciarti su di lui, ul mio leggero cenno del capo e Marco capisce tutto, a quel punto le sue mani scendono lungo i tuoi fianchi e si posano sul tuo culo stringendo con forza le tue natiche, "Ahhh", è l'unica cosa che riesci a pronunciare prima che ti alzi come un fuscello e ti porti sul letto. Marco ti lascia cadere sul letto e si spoglia davanti a te. Senza pensarci su due volte divarica le tue cosce e con due dita allarga le labbra della tua figa. Mi guardi senza fiatare e lo lasci fare, "forza Sahib, stasera si fa festa", dice Marco girandosi dalla mia parte, il mio assenso da' il via libera a Sahib che inizia a spogliarsi. E' muscoloso Sahib, il suo fisico asciutto e possente ne evidenziano i muscoli scolpiti dal duro lavoro e da tanta palestra. Quando si spoglia completamente ti rendi conto dell'enorme membro che ha tra le cosce. "No, noo, non vorrai mica..." mi dici quasi implorandomi. "Hai detto che sei una puttanella, è il momento di dimostrarlo", Sahib si è avvicinato a te, il cazzo non ancora completamente eretto è già di dimensioni riguardevoli e la grossa cappella è vicina alla tua bocca. Un  bacio di Marco, appassionato e profondo riempie la tua bocca facendoti quasi mancare il fiato.
Ti ha infilato due dita nella figa e comincia a scoparti con quelle. So cosa vuole fare, so a cosa punta. Le lunghe dita di Marco ti stimolano lungo le pareti della figa, veloci, frenetiche, ti eccitano e tu te ne rendi conto.
Lo vedo che si infila tra le tue cosce, "adesso, così lubrificata non farà fatica a prendersi il mio arnese", Sahib intanto ha sfilato il cazzo dalla tua bocca, e prende a baciarti. Il suo sapore mischiato al tuo, la lingua che si intrecci alla tua.
Il cazzo di Marco inizia lentamente a riempirti la figa, senti le pareti allargarsi per ricevere il grosso membro, senti perfettamente la cappella farsi largo nelle tue viscere, ne senti il calore, ne senti la consistenza. Lentamente ti riempie, sempre di più, fino ad entrare completamente dentro di te. Rimani ferma mentre lui è immobile, le palle che strusciano sul tuo sesso. Inizi a muovere il bacino per sentire il tuo piacere, per sentire il suo piacere. Ti lasci andare al bacio di Sahib mentre Marco inizia a pomparti. Ne assecondi i movimenti e sincronizzi i movimenti della tua lingua con i colpi che gonfiano il tuo ventre. Gocce di sudore iniziano a impiastricciare i tuoi capelli, il calore dei tuo corpo si fa sentire sempre di più. Con le mani cerchi il cazzo di Sahib, vuoi sentirlo pulsare tra le tue mani, lo trovi e cominci a carezzargli le palle mentre ritmicamente vieni riempita da colpi sempre più profondi e forti. Raggiungi l'asta di quel grosso oggetto di piacere e inizi ul lento saliscendi, le tue dita che sfiorano la grossa cappella umida. Marco ti sta pompando con forza, sento sbattere il suo corpo contro il tuo mentre inizi a mugolare di piacere, Sahib, con le sue grosse mani carezza i tuoi seni mentre tu rimani attaccata al suo cazzo.
Stringi con forza l'asta mentre forti colpi ti fanno vibrare di piacere. Senti la figa che pulsa, mentre rivoli del tuo succo ricoprono il grosso cazzo che ti sta penetrando.
Ad un tratto Marco esce da te, la tua figa è aperta, le labbra gonfie di piacere, ti tira su e ti fa alzare, fa cenno a Sahib di stendersi. Si stende sul letto al tuo posto e il suo grosso uccello si innalza ritto davanti a te. "Forza puttanella, montaci sopra", ti ordina Marco, "ma è enorme, non mi entra tutto, non voglio!", non fai in tempo a terminare la frase che Marco ti suona una sonora pacca sul culo che ti fa sobbalzare, "ahhiiiii", gridi portando le mani al culo. "Sali su quel cazzo, muoviti!" ti ordina perentorio, e una nuova sberla ti centra il culo. "S-si signore, va bene" dici con voce sottomessa mentre ti giri a guardarmi. Mentre cerchi con lo sguardo implorante il mio. Ti guardo severo e non dico nulla. Chini il capo e sali sul letto, il grosso cazzo davanti alla tua faccia. Marco ti prende di peso e ti posiziona col bacino sul membro di Sahib. La grossa cappella fatica un pò a farsi strada tra le pieghe del tuo sesso nonostante sia fradicio di umori. Lentamente senti la cappella entrare nella tua figa. Pian piano si fa largo dentro di te, senti la figa pulsare, mentre quel grosso cazzo ti riempie. Sahib rimane fermo sotto di te mentre Marco ti regge ancora, "vedrai che ti piacerà, Sahib ti farà venire più e più volte prima che ti riempia il ventre del suo seme". Quelle parole ti terrorizzano, non ti sei fatta mai venire dentro se non da tuo marito e da me. "Vi prego, no!", piagnucoli implorante. "Zitta e chiava, troietta", con quelle parole Marco ti lascia di colpo e tu con il tuo peso cali di colpo sul sesso del giovane cingalese. Il grosso cazzo riempie ogni cavità del tuo sesso, senti la grossa cappella premere contro l'utero, ed un enorme sensazione di calore riempire il tuo ventre, quasi ti manca l'aria, con quel grosso arnese tra le cosce, ma sei eccitata, sei stordita da tutto quello che ti sta succedendo. Il tuo sesso pulsa ritmicamente intorno a quel corpo che ti riempie, pian piano si abitua e lentamente un forte senso di piacere ti inonda la mente. Inizi a assaporare il piacere e pian piano inizi a muoverti su e giù, sempre più velocemente. Il grosso cazzo esce quasi completamente dal tuo sesso per poi scomperire completamente dentro di te. Copiosi rivoli del tuo denso piacere iniziano a fare la loro comparsa lungo il cazzo gonfio di Sahib, ti muovi sempre più velocemente mentre Marco ti guida con le mani e, quasi a guidare la tua monta si concede sonore sberle sul tuo morbido culo, che pian piano diventa sempre più rosso. Raggiungi uno sconvolgente orgasmo che ti fa urlare, quasi impazzita dal piacere. "Fottimi, fottimi, ti prego, non fermarti, continua a fottermi" mentre le tue unghie affondano nel petto di Sahib che non ha affatto intenzione di fermarsi. Adesso stringe con forza i tuoi seni spingendoti con forza sul suo sesso, senti quasi entrare le sue palle nella tua figa dilatata.
Quando vieni, il tuo succo cola lungo il suo cazzo, mentre il tuo culo. ritmicamente si dilata per poi richiudersi proprio a farci vedere con gli occhi da osservatori quello che sta succedendo nel tuo corpo, nella tua mente. Marco a quella vista non ci pensa su due volte e si china tra le tue chiappe iniziando a leccare il tuo fiorellino. Ti penetra con la lingua, quasi a saggiarne l'elasticità. Il profumo del tuo orgasmo inizia a riempire l'aria, e l'eccitazione è massima, Sahib non accenna a fermarsi e continua imperterrito a montarti, incurante del tuo implorare di fermarsi. Rapidamente ti porta ad un nuovo devastante orgasmo che ti fa perdere tutte le forze, che fa cadere ogni tua recondita resistenza al piacere. Vuoi godere, godere come mai ti è capitato, vuoi sentire il caldo seme bruciarti il ventre, vuoi sentirti "una vera puttanella". Quando Marco si rende conto che hai perso ogni freno inibitorio monta sul letto alle tue spalle e, dopo averti dato due sberle sul culo, che rimbombano nel silenzio della notte, punta deciso la cappella al tuo buco del culo e, di colpo la fa scomparire nel tuo fiorellino che immediatamente si apre per accoglierlo.
"Ohhhhhh, non farmi male ti prego, non sono abituata", muguli spingendo il culo all'indietro e accogliendo il suo cazzo senza fatica.
Non immaginavi che saresti stata capace di tanto, il grosso cazzo di Marco ti riempie il culo, lo senti che spinge per riempirti tutta, senti le palle che sbattono sulla tua figa già piena. Presa in quella morsa rimani ferma per sentire ogni piccolo movimento nel tuo corpo. Senti le due cappelle quasi toccarsi, divise dalla sottile parete che separa la tua figa dal tuo culo, senti i due cazzi strusciare l'uno contro l'altro, quasi in lotta tra di loro a chi ti sta facendo godere di più. Senti la testa scoppiare, il tuo corpo non risponde più al tuo volere, il tuo corpo vuole godere.
Improvviso arriva il tuo nuovo devastante orgasmo, impalata sul cazzo di Sahib che continua a tenerti per i seni mentre Marco accompagna  ogni colpo che affonda nel tuo culo con sonori schiaffi sulle tue chiappe, "si, si, vengo, vengooooo, odddiiiiooooooooo!!!!" urli come una pazza, e i due uomini, quasi stessero aspettando un tuo segnale, eruttano il loro seme venendo contemporaneamente a te. Senti il calore della sborra di Marco invadere le tue viscere mentre il seme di Sahib ti riempie completamente la figa. La sborrata è talmente copiosa che quasi immediatamente, inizia a colare lungo il suo cazzo e ad uscire dalla tua figa ancora piena scendendo lungo le tue cosce.
Sahib e Marco rimangono fermi dentro di te mentre si svuotano completamente. Tu sfinita ti accasci sul petto di Sahib, priva di qualsiasi forza mentre Marco si rialza. Guardando il tuo culo ancora aperto, commenta, "magnifica puledra da monta, vero Sahib?".
Delicatamente Sahib ti fa "smontare" dal suo cazzo ancora in erezione e ti adagia sul letto. Senti la figa dilatata e colma di seme che, lentamente inizia a colare fuori mentre le contrazioni del tuo sesso, lentamente vanno scomparendo. Anche Sahib adesso ti guarda, mentre sfatta rimani sul letto a cosce aperte. "Si padron Marco, una vera puttanella da far godere tante e tante volte", poi girandosi verso di me sorridendo, " e grazie al signor Enrico per avercela fatta provare".
Sono le tre passate oramai, e, guardando l'orologio mi rendo conto che debbo riportarti a casa, mentre ti sei fatta scopare il tuo cellulare ha squillato più volte ma ho sempre riattaccato. Era Oliver, Ad un certo punto, proprio mentre ti riempivano del loro seme "bip-bip-bip", un sms di Oliver che chiede se tutto è ok. gli ho risposto "ora sta godendo, non può rispondere. Torniamo presto ;-)".
Sei ancora sfinita, li stesa sul letto, ma non c'è tempo, devi andare a lavoro ed abbiamo già fatto molto tardi.
Mi alzo dalla poltrona dove ho assistito a quanto tu sia puttana, "La mia puttanella" - e complimentandomi con voi due, "l'avete fatta godere davvero alla grande, la mia puttanella. Ma ora è tempo che la riaccompagni dal marito", "non vorrei farlo preoccupare troppo" aggiungo ridendo e mi avvicino a te. ti bacio sulla bocca e ti sussurro, "la prossima volta la puttanella la farai con me!" e delicatamente inizio a rivestirti.
Vedo la tua figa ancora pulsare, le labbra gonfie, il folto pelo tutto impiastricciato, fatico a tirarti su lo slip, quando riesco a tirarlo completamente su un rivolo di tuoi umori misto al nettare di Sahib immediatamente lo inzuppa. Ti tiro su a forza e facendoti rimanere seduta sul letto ti aiuto ad indossare il reggiseno. Una smorfia quando lo stretto indumento copre i tuoi seni, i capezzoli strapazzati sono ancora ben ritti e sensibili. Ti bacio sulla bocca, odore e sapore di sesso sul tuo viso, mi fissi negli occhi, a cercare i miei pensieri, "portami a casa" sussurri sotto voce mentre lentamente ti alzi tenendoti a me. Marco ha chiamato Sahib ed è uscito dalla stanza lasciandoci soli. "fai con comodo, ci vediamo di sotto" ha aggiunto a bassa voce mentre si allontana. Il silenzio adesso regna nella stanza semibuia, solo il suono del nostro respiro mentre ti aiuto a rivestiti. Di tanto in tanto brividi di freddo scuotono il tuo copro provato dalla intensa serata. Mi lasci per alcuni minuti, vai in bagno per rimettere a posto il trucco, con mano tremante, guardandoti allo specchio, immagini della serata ti ritornano alla mente come flashback che stimolano di nuovo tutti i tuoi sensi. Senti di nuovo quel forte odore di sesso, mentre gli slip umidi ti danno un leggero senso di fastidio. In bocca ancora il sapore di quel giovane dalla pelle bruna. Ti risistemi i capelli e uscendo dal bagno mi chiedi abbassando lo sguardo, "possiamo tornare a casa?", ti guardo sorridendo, "si mia dolce puttanella" e ti tendo la mano mentre nell'altra ho già il tuo soprabito. Mi segui senza dire una parola e scendiamo al piano di sotto. Sahib e Marco di attendono, il giovane fattore deve riaccompagnarci in paese dove abbiamo lasciato l'auto.
Marco si avvicina e ti saluta con un galante baciamano, "è stato un piacere conoscerti, Laura" per poi salutare me, "alla prossima..." e ci accompagna alla macchina. Sahib è già seduto alla guida ed accende il motore mentre saliamo in macchina. Lungo tutto il tragitto che ci porta al paese rimani in silenzio abbracciata a me. Di tanto in tanto guardi nello specchietto ed ogni volta che incroci lo sguardo di Sahib lo abbassi repentinamente stringendoti a me.
In paese il silenzio è assoluto, le stradine sono inanimate, solo qualche gatto, illuminato dai lampioni rende il paese ancora vivo, nella notte umida.
Il grosso fuoristrada si ferma accanto alla macchina e tu ti fiondi dentro sedendoti accanto al posto di guida rannicchiandoti sul sediolino.
Saluto Sahib che mi consegna alcune bottiglie di ammiccato. Lo saluto e salendo in  macchina abbasso il finestrino dal tuo lato. Sahib gira intorno all'auto e viene a salutarti. "Arrivederci signora Laura", non alzi quasi la testa, ricordando il suo grosso membro dentro il tuo corpo, vedendoti  nuda tra le sue mani, sussurri un impercettibile "arrivederci" mentre gli porgi la mano. Metto in moto mentre tu ti rannicchi di nuovo sul sedile. Quando  parto e mi allontano Sahib è ancora lì, fermo al centro della piazzetta deserta, illuminato dai fari della Land Rover.
Ti addormenti mentre ti riporto a casa, il solo rumore del motore e del vento la colonna sonora del viaggio di ritorno a casa.
Parcheggio sotto casa tua, cerco nella tua borsa le chiavi di casa, "eccole, trovate", prendo borsa e le bottiglie di vino e giro intono all'auto, sei ancora addormentata, avvolta nel tuo soprabito, solo le lunghe cosce scoperte. Senza dire nulla ed a fatica, ti prendo in braccio, istintivamente mi  abbracci e di accoccoli. Con un piede chiudo la portiera "santa invenzione la chiusura col telecomando", un breve lampeggio mi accompagna mentre mi avvicino al portone di casa tua. un'impresa riuscire ad aprire con te in braccio e le altre cose in mano.
L'androne è silenzioso, vista l'ora tarda, mi fiondo in ascensore e saliamo al tuo piano. Facendo il minor rumore possibile e senza accendere le luci apro la porta d casa tua, una luce proviene dal salone, non presto attenzione ad essa e ti porto dritto in camera da letto. Poso le cose che ho in mano e ti adagio sul letto scoprendolo dal tuo lato. Oliver non è a letto. ti spoglio rimanendoti solo con l'intimo addosso, lo slip mostra una enorme macchia umida. Ti copro e tu ti accorgi del tepore che ti copre e ti giri su di un lato.
Ti lascio e uscendo spengo la luce, dal salone giunge il rumore di qualcuno che si sveglia, trovo Oliver ancora intontito, illuminato dalla luce del televisore. "Ti ho riportato la puttanella, si è comportata molto bene". Non dice nulla Oliver, lo  saluto con un cenno ed esco, mentre poso la bottiglia di vino sul mobile basso. "Non bevetene troppo, è ammiccato, un vino dolce di mosto ancora in fermentazione, da alla testa". Percorro il corridoio buoi e esco chiudendo la porta alle mie spalle.