lunedì 22 novembre 2010

In giro per negozio - punto di vista della schiava

Finalmente dopo tante mail ci incontriamo, appuntamento in centro, sono emozionantissima, le gambe mi tremano, ti riconosco, mi avvicino e chiedo "Sei tu?"; tu mi rispondi "Laura?" ti sorrido, mi dai la mano e mi tiri a te per un bacio sulla guancia, sento il tuo odore e con esso un brivido lungo la schiena.
Mi accompagni subito in un negozio, chiami la commessa, lei ti vede, mi da uno sguardo e va via per ritornare poco dopo con un lungo vestito nero, con
un'ampia scollatura ed una serie di bottoni sul davanti.
Lo da a te dicendoti "questo dovrebbe andarle bene" e va via, tu prendi il vestito e mi sussurri "ora vai in camerino ti spogli completamente ed indossi questo"
ti guardo stupita e chiedo "in che senso?", non dici nulla, mi fissi soltanto, il tuo sguardo che mi fa gelare il sangue.
Mi dici "hai capito bene, ti spogli..." aggiungi scandendo le lettere, "c o m p l e t a m e n t e" e poi "le tue mutandine ed il tuo reggiseno li devi dare a me".
Timorosa, prendo il vestito ed eseguo gli ordini, vado in camerino mi spoglio ed indosso il vestito, sembra fatto su misura, sul seno stringe abbastanza, tanto da fare un effetto push-up, aderente sui fianchi ed un po largo sotto, mi piace, molto.
L'unica nota strana, per me, è sentirmi nuda sotto, ma i patti erano chiari se accettavo di uscire dovevo ubbidire a tutte le sue richieste ed ormai lo conoscevo (virtualmente) da tanto che potevo fidarmi.
Esco da camerino, tu sei seduto proprio di fronte, mi ordini di girare su me stessa, sento i suoi occhi su di me, sul mio seno, e poi sui miei fianchi, sulle gambe, sul sedere.
A giro completato mi chiedi di avvicinarmi a te, tu sempre seduto, faccio due passi e sono tra le tue gambe.
Mi dici che il vestito è perfetto solo che è troppo abbottonato ed inizi a sbottonare da basso verso l'alto.
Superi il ginocchio e continui a sbottonare fino ad arrivare a metà coscia, ora è come indossare una minigonna.
Finisci di sbottonarmi il vestito e dici "ora devo controllare se hai fatto quello che ti avevo chiesto" e la tua mano s'insinua su tra le mie gambe fino a toccare il mio sesso.
Sorridi con aria compiaciuta e mi fai un complimento che mi fa arrossire dicendomi anche che per ora non ti sto deludendo, ti alzi, mi prendi sotto braccio e ci avviamo.
Saliamo su un tram e mi fai sedere, la gonna cade di lato scoprendo tutte le gambe, sento gli occhi di tutti gli uomini intorno addosso ed anche quello indignato di qualche donna.
Qualche fermata e si scende, entriamo in un negozio di scarpe, scegli le scarpe, dei sandaletti neri modello "schiava", mi fai sedere su una poltroncina ed il commesso, un bel ragazzo giovane, non più di venticinque anni, s'inginocchia di fronte a me per farmele provare, siamo entrambi imbarazzati. Ho le gambe chiuse anche se il megaspacco le mette quasi tutte in mostra, lui visibilmente eccitato per la scena che ha davanti.
Ti guardo e mi fai cenno di allargare la gambe, eseguo, il commesso resta interdetto, il profumo della mia eccitazione lo stordise, faccio finta di niente parlando con te e richiudo le gambe dopo qualche secondo.
Con una scusa, dico che le scarpe non vanno bene, il ragazzo si alza, e va a prendere un altro modello simile per farmelo provare.
Andiamo avanti così per un po, poi quando la mia eccitazione è evidente così come quella del ragazzo me ne fai scegliere un paio ed andiamo.
Fuori dal negozio è oramai buio, facciamo due passi, entriamo in un bar per un caffè, io ho perso quasi tutti i freni inibitori, inizio a provocarti appoggiandomi ad uno sgabello e puntare un ginocchio sulla tua patta, tu mi guardi nella scollatura, i capezzoli ritti per l'eccitazione, paghi i caffè ed usciamo.
Altri due passi e all'incrocio con una vicolo secondario mi prendi sotto braccio e mi conduci dentro fino al primo portone di un palazzo.
Mi blocchi in un angolo e mi dai un lungo e passionale bacio, mente fai questo mi tiri su la gonna, ti sbottoni i pantaloni e mi prendi, mentre sono tua mi baci lungo il collo, mi palpi dovunque, io quasi urlo di piacere ma non posso farmi sentire.
Dopo aver calmato i sensi, ci ricomponiamo ed usciamo dal portone, tu mi ordini di tornare a casa e senza lavarmi fare l'amore con mio marito aggiungendo che mi avresti chiamato nei prossimi giorni per un altro appuntamento.

In giro per negozi - punto di vista del padrone

Ti faccio indossare un vestito estivo di quelli dove posso non farti mettere nulla sotto, di quelli che si abbottonano sul davanti, anche lungo va bene ma devi tenerlo sbottonato fin sopra al ginocchio, diciamo un 15-20 cm sopra al ginocchio.
Si va coi mezzi pubblici, così sedendoti le tue splendide gambe si scoprono dando la possibilità ad altri di poterti ammirare.
Andiamo a comprere delle scarpe, di quelle che ti rimangono il piede nudo e ti fasciano le caviglie.
Scelgo delle magnifiche scarpe per te, chiamo il commesso per darti una mano a calzarle.
Mentre sei seduta lo spacco della gonna sale fino all'inguine, l'eccitato commesso ti fa calzare le scarpe e cerca di sbirciare tra le le tue cosce nude, sta cercando di carpire il colore del pelo della tua figa.
Mentre sono dietro di lui, tu con lo suargdo mi cerchi, un mio cenno e tu docilemte allarghi leggermente le gambe per far godere del tuo fiore chi ti è davanti, fiore che hai scrupolosamente rasato lasciando giusto una piccola strisciolina di riccioli neri come da me ordinato.
Tu diligentemente ubbidisci e mostri le labbra già bagnate dal tuo succo lasciando estasiato il fortunato commesso che si ritrovera la tua passera profumata a pochi centimetri dalla faccia.
Dopo alcuni secondi, sempre dietro mio ordine, chiudi le gambe e via con un'altro paio di scarpe fin quasi a far impazzire il povero commesso.
Andiamo via cercando un nuovo negozio, e principalmente un nuovo commesso, per ripeter il giochino.
Il succo del tuo piacere inizia, oramai, a colare lungo le tue sode cosce, usciamo dall'ultimo negozio e, in un portone di un palazzo isolato, che scopriamo deserto, ti scopo, fregandomene se qualcuno ci vede.
Tu fai sesso con foga, cerchi però, di non fare il minimo rumore e prestando attenzione a non farti scoprire.
ti scopo così, in piedi alzando semplicemente il vestito. Un amplesso carico di impeto, il sudore che cola sui nostri corpi.

Dopo aver scopato usciamo dal portone e ti lasciao con uno splendido bacio ma prima di andar via ti ordino "Tu, adesso torni a casa da
tuo marito e scopi con lui senza farti prima una doccia, si dovrà sentire il mio odore addosso a te".

Schiocchi di lingua

Son venuto a casa tua, non mi aspettavi, ma io sapevo che eri sola e son venuto su.
All'nizio non vuoi farmi entrare ma il mio piede nella porta ti ha obbligato a farmi entrare, i vicini possono sentire il frastuono fuori la porta e potrebbero sbirciare per capire cosa sta succedendo.
Cerchi le parole per dissuadermi dal mio intento, "Daiii ti prego, mio marito tra poco rientra, se ti trova qui, minimo minimo ci ammazza", "Guarda che se non mi fai entrare inizio ad urlare fuori la porta e di sicuro escono i tuoi vicini", a quel punto non puoi far altro che cedere alla mia insistenza, "ok ok, entra", per un attimo ti affaci fuori la porta per vedere se c'è qualcuno in giro, il silenzio regna sul pianerottolo, subito richiudi la porta dietro di te.
Entro, "Apperò, carina lal tua casa, non me la fai vedere?", sbuffando annuisci e inizia a mostrarmi la tua magione.
"Ok, qui c'è il salone, la cucina", mi inizi a mostrare le varie camere, "e questo? questo è il famoso divano?" ho esclamanto quando o visto il divano nel salone, "quello dove tu ed il tuo maritino ...", "carina la tua casa", continui a farmi vedere la tua casa "camera del bimbo, studio, bagno e camera da letto".

Andiamo direttamente in camera da letto, non voglio perdere tempo" dico secco.
"a far cosa", domandi, "voglio curiosare nei tuoi cassetti dell'intimo".
Entro nella tua camera ma tu mi trattieni per una mano e mi chiedi, quasi implorando di accomodarmi sul divano, in salone.
"Fatti guardare, fai un giro su te stessa" ti chiedo, sbuffando acconsenti al mio volere,"Uffà, ecco contento?", mentre me ne sto ad ammirare il tuo magnifico fondoschiena mi scappa un "che culo", e subito ti arriva schiaffo sul culo, sciaff, sei fantastica con quella vestaglia nera addosso.
"Ahi", il mio schiaffo inaspettato ti fa saltare.
Mi sposto in salone, "vuoi bere qualcosa?" mi dici, malvolentieri ti seguo e, mentre mi accomodo, "qui sarà più comodo per me, ho in mente certe cosette che vorrei fare con te", Fare cosa?" mi chiedi allarmata.
"Fare cosa? certo che di cose da fare con una puttanella come te ne ho parecchie".
Messomi comodo rispondo alla tua richiesta di bere qualche cosa "Ovviamente io non bevo da solo", mi offri un rum, un Pampero.
Chiedo un jack daniels, quando ti vedo arrivare ti rimprovero a causa del bicchiere, "se tu per per far apprezzare meglio la tua sensualità il tuo fascino sei vestita così è perché così esalti tutto il tuo corpo, ed io il jack daniels lo voglio nel bicchiere giusto, in un tumbler", aggiungo poi, rincarando la dose, "a volte non so se lo fai apposta, sai che se sbagli devi essere puinita?".
Mi guardi un pò intimorita, "forza in ginocchio sul divano!", non riesci a capire se sto scherzando o faccio sul serio, "MUOVITI!!".
Questo ordine secco e perentorio ti fa capire che faccio seriamente, ti inginocchi sul divano ed aspetti.
"Brava, ferma così, mani in avanti", nel corridoio ho notato dei fiori secchi in un vaso, mi alzo e vado a vedere, "ecco, questo stelo lungo ed elastico dovrebbe andare più che bene".
Ritorno nel salone, sei ancora ferma lì ad aspettare, swish-swish, lo stelo fischiava nell'aria, "per far c-co-cosa? Nooo ti prego", "ferma! Rimani ferma o sarà peggio per te", alzo la vestaglia, il tuo culo è un magnifico panorama, ti abbasso le mutandine, "sai, non vorrei che si rovinassero mentre ti colpisco" - mi implori di fare piano - le abbasso fino alle ginocchia, "certo che hai un culo splendido", !prima di incominciare debbo fare però una cosa" aggiungo, "c cosa?", non fai a tempo a pronunciare altro che la mia lingua era già sul tuo sesso.
"Oooohhh" sento i tuoi gemiti di piacere, il piacere che provi ti fa inarcare la schiena, la tua fighetta, già bella bagnata, mordicchio le carnose labbra, "porca zozza, ma sei già un lago, qui ci vorrebbe ben altro ma ora il tempo non c'è", "è colpa tua" accenni in un rimprovero nei miei confronti, "ferma forza!", swish, il primo colpo arriva a segno senza che tu te ne renda conto, "AHHHIIII", swish, "ahi ahia", ne seguiono a raffica altri, swish-swish-swish.
"Nooo, basta", i segni iniziano rigare le tue natiche, "ti prego basta, faccio tutto quello che desideri", "vediamo se capisci al volo quello che desidero, io ora mi siedo sul divano e tu...", tiri su le mutandine, pian piano, per rimetterle sulle natiche arrossate.
Rimango ad aspettare le tue mosse, voglio proprio vedere se hai capito cosa voglio.
Ti metti in ginocchio tra le mie gambe, sbottoni il pantalone ed in pochi attimi il mio membro è libero, lo prendi in mano, che magnifica sensazione le tue dita, la mia mano ti spinge la tua testa tra le mie gambe, per un pò opponi resistenza, ti tio con froza a me, ti ritrovi il mio cazzo sulle labbra, la cappella che sbatte sul tuo naso.
Tamburello con la punta sulle tue labbra, non resisti, hai aperto la bocca e tirato fuori la lingua, lo spingo tutto nella tua bocca,
"certo che ci sai fare con la bocca, fa schioccare le labbra dai" ti ordino mentre il cazzo esce dalla tua bocca, "come fosse un delizioso e fresco calippo che ti rinfresca la bocca."
La tua bocca si richiude di nuovo sulò mio sesso, per poi tirarlo fuori con uno "schiock", la mia mano che ti guida, te lo spingo tutto in gola, le tue mani accarezzano le palle, ti ordino di farmi venire dentro la tua.
Non vuoi opponi resistenza e mi fai capire che non vuoi con cenni decisi del capo. Stringi i pugni per cercare di resistere agli ordini.
"Fammi venire dentro di te, nella tua bocca, solo se lo fai vado via e tuo marito non mi trova qui, dentro casa con te, così combinata".
Ancora sciock, i suoni secchi del mio membro che esce dalla tua bocca. Continui frenetica, sento pulsare il mio cazzo,la cappella mi sta scoppiando.
Ti afferro per i capelli e ti tengo ferma con la bocca sul cazzo "vengo, non fermato puttanellaaaaaaaa, vaiiiii, cosììììììì", sento i tuoi mugulii di piacere, fiotti del mio seme ti riepirono la gola.
Non ti lascio andare, ingoi tutto, non fai in tempo a staccarti da me che, senza pensarci su ti bacio.
I nostri sapori che si mischiavano, un bacio lungo ed appassionato che sembra non finire mai.
Dopo quel bacio, in silenzio senza dire nulla, mi riallaccio il pantalone e ti lascio, ancora seduta sul divano.
"Buona notte mia docile schiavetta", ripercorro il corridoio.
Apro la porta e, senza girarmi la chiudo alle mie spalle.

Ti Voglio

Ho voglia di te

Entro nel palazzo di corsa, percorro l'androne e mi infilo nell'ascensore, il cuore in gola il sangue che pulsa nelle tempie, "Ti voglio, uff.. quest'ascensore è lentissimo, per fare tre piani ci mette un'eternità ed io non vedo l'ora di vedere il mio padrone. La prossima volta salgo a piedi".
L'ascensore lentamente si ferma al piano e percorro quei pochi metri che mi dividono da lui.
Busso alla sua porta. Driin-Driiinn, silenzio, interminabile, poi da dietro la porta sento i suoi passi. Sono felice, c'è, lo posso abbracciare, posso stringermi a lui.
La porta si apre davanti a me, è lui, mi fissa "cosa ci fai qui?" mi dice con un pò di meraviglia nella voce.
"Ti voglio!" ribatto io ed entro. Ti tiro per un braccio e spingo la porta perché si chiuda.
Mi guardi esterefatto della mia intraprendenza, lascio sfilare il soprabito che cade a terra, mi stringo a te, ti bacio sulle labbra, i mie occhi nei tuoi, sei immobile, mi fissi senza fare alcun movimento.
Stavolta sono io che conduco il gioco e ti porto nella camera da letto.
"Oggi sei mio" ti dico con un sorriso malizioso, mi guardi sorridendo, ti spingo sul letto e tu ti lasci andare giù.
Mi siedo accanto a te e ti bacio ancora, le tue labbra mi attirano come miele, la mano che accarezza le guance, il sentire sotto i polpastrelli la barba incolta.
Lingue si intrecciano, sento salire un fuoco dentro di me, le tue mani iniziano acarezzarmi la schiena, "no!", ti fermo, mi guardi interdetto ma oggi sono io che comando.
"Oggi sei mio", prendo i foulard che avevo in borsa e lego prima un braccio, poi l'altro alla testiera del letto, mi lasci fare, solo un accenno di reazione quando stringo un pò troppo attorno ai tuoi polsi, "shhhhh!" ti redarguisco mettendo il dito indice sulla tua bocca
Sbottono la tua camica e scopro il tuo petto, le mie unghie segnano il tuo torace , non con forza, non vorrei farti male, altrimenti dopo ne pagerei le conseguenze, ne sono certa, ma quel tanto da vedere arrossare la pelle, mi soffermo sui capezzoli, li stuzzico un pò, si induriscono, li pizzico, un piccolo segno del piacere che ti sta prendedo, bocca che si spinge a baciarli, a succiarli, lingua che ci gioca, li titilla, inizia muoverti eccitato.
Sei ancora semi libero, non voglio che tu lo sia. Ma prima ti tolgo il pantalone ed i boxer, il tuo membro si sta già ingrossando ed ho una irrefrenabile voglia di prenderlo tra le labbra, debbo trattenermi, altri due foulard e lego pure le tue gambe.
"Ora si che sei mio".
Mi fermo, "via le scarpe", volano dall'altra parte della stanza,salgo sul letto, mi ammiri dal basso verso l'alto, ti domino stavolta. Puoi vedere le calze ed il reggicalze sotto la gonna corta.
Inizio un lento spogliarello, sbottono la camicetta, la lascio aperta per alcuni secondi mentre col piede ti massaggio il cazzo, lo voglio duro come piace a me.
La tolgo, tolgo anche la gonna, rimango in intimo mentre mi tocco, la mano negli slip a toccare il mio piacere mentre tu mi guardi, i miei occhi nei tuoi.
Le mie dita cercano il clitoride, lo trovano ed iniziano un piacevole massaggio, il calore tra le cosce aumenta sempre più, un dito corre lungo le labbra, sono bagnata.
Il tuo membro è quasi al massimo dell'eccitazione, lo vedo pulsare mentre mi masturbo.
mi spoglio completamente, solo le calze ed il reggicalze rimangono a coprire il mio corpo, scendo e mi siedo accanto a te, ti accarezzo, le mie mani sulle tue gambe, sul tuo torace, non dici una parola, mi guardi soltanto, non ti aspettavi che il gioco lo conducessi io.
Oggi voglio essere io la padrona, e tu sei il mio schiavo. mi piace accarezzare la tua pelle, sentire il profumo della tua pelle. Ti bacio, ti bacio sulle labbra, non puoi muoverti, non puoi rifiutare, le schiudi leggermente, ti lasci baciare, le nostre lingue si intrecciano, il mio seno che si appoggia a te, senti il suo calore, i capezzoli ritti, mi piace strusciare i capezzoli sul tuo corpo, come una gatta in calore. Scendo a baciarti sul collo, mi piace il tuo profumo di maschio, altri baci, con la lingua stuzzico i tuoi capezzoli, ti lecco, scendo verso il tuo ventre, mi avvicino alla fonte del tuo piacere e....

Laura

Laura


Ecco cosa scrive Laura del suo SignorE.

Usata come l'ultima delle puttane, goduta come una cagna in calore.
Punita come schiava impertinente.
Coccolata come l'unica delle amanti. SignorE ha giocato con me, con la mia mente. L'emozione, nel rivedermi è stata forte. Grazie.
Grazie ancora SignorE per i doni che mi fai.